Un morto sul lavoro a Campo San Martino
Un’altra tragedia sul lavoro scuote il Veneto. Questa volta è accaduto a Campo San Martino, in provincia di Padova, dove Adriano Rigon, 59 anni, ha perso la vita dopo una caduta da un’altezza di sette metri mentre era impegnato in un cantiere. Un dramma che riaccende il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e che arriva a pochi giorni dalla diffusione di dati che, per la prima volta dopo tempo, sembravano dare un timido segnale di miglioramento.
A commentare l’accaduto è stato Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto, che ha espresso il proprio cordoglio e lanciato un nuovo monito sulla necessità di rafforzare i controlli. «Proprio ora che i dati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega avevano classificato il Veneto in zona bianca per il numero di incidenti mortali, arriva questa notizia sconvolgente», ha dichiarato Toigo.
«Non possiamo limitarci a contare le vittime e ad aggiornare le statistiche. Questo ennesimo incidente è un tragico richiamo alla necessità di più sicurezza e più controlli».
Il monito della Uil
Secondo le prime ricostruzioni, l’operaio lavorava per conto di una ditta esterna e sarebbe morto sul colpo dopo la caduta. Le indagini sono in corso per chiarire le dinamiche e accertare eventuali responsabilità, ma il tema della prevenzione torna prepotentemente al centro della discussione.
Il segretario della Uil ha ribadito l’urgenza di passare dalle parole ai fatti. «Siamo in attesa di siglare un nuovo protocollo sulla sicurezza con la Regione Veneto, ma questo non basta. Ai documenti devono seguire azioni concrete», ha sottolineato Toigo.
Prevenzione e ispettori
«Non possiamo accettare che la sicurezza sul lavoro resti solo una questione burocratica. Servono più ispettori, più controlli e una vera cultura della prevenzione, perché ogni vittima è una tragedia che poteva essere evitata».
L’incidente di Campo San Martino si aggiunge a una lunga lista di morti bianche che continuano a segnare il tessuto produttivo del Veneto e dell’intero Paese. Il richiamo dei sindacati è chiaro: senza misure incisive, il rischio è che il dramma si ripeta ancora.
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