Marco Tagliaro non teme il confronto con il passato, né quello con la natura. Ha dalla sua un’amorosa consuetudine con cieli tiepoleschi, colonnati palladiani e morbide scenografie di acacie, carpini e bigne.
Due mostre, un artista
Le due mostre, allestite in contemporanea a Stra, in collaborazione con il Comune e la direzione di Villa Pisani, hanno rivelato proprio la sua estrema confidenza con il tema decisamente inesauribile del paesaggio artistico veneto.
“Siamo orgogliosi di ospitare una delle mostre nella sala espositiva della nostra sede municipale, Villa Loredan, di recente restaurata e restituita alla comunità. Si tratta di una buona opportunità anche per visitare la villa, che fu dimora dogale. In contemporanea c’è anche una mostra a Villa Pisani, dal titolo: ‘Villa Pisani nel paesaggio veneto’. La contemporaneità delle due mostre le vede dialogare tra loro esattamente come le ville che le ospitano.”, così affermava Caterina Cacciavillani, prima cittadina di Stra.
Marco Tagliaro illustra Villa Pisani
66 opere con diverse tecniche, dagli oli alle incisioni, formano il nucleo tematico della retrospettiva: “Villa Pisani nel paesaggio veneto”, curata da Gianna Marcato e allestita nelle sale al piano terra dell’omonima monumentale dimora.
L’artista Marco Tagliaro ha commentato così la mostra: “Il tema centrale di Villa Pisani, che ho tenuto dopo vari studi, ha finalmente trovato la sua forma. È stato un lavoro prospettico di notevole impegno della durata di 13 giorni, con molte difficoltà dovute al traffico. Ci sono modi espressivi diversi, che possono essere più o meno analitici o di sintesi. Rispecchia il mio modo di affrontare la realtà: talvolta in maniera più analitica, altre volte in modo sognante, quasi impressionista.”
Tagliaro illustra la Riviera del Brenta
La seconda mostra: “Claritas. Luci e colori della Riviera del Brenta”, curata da Luciana Sidari, raccoglie un corpus unicum di 25 nuovi acquerelli ad opera dell’artista. Sono dedicati alle ville della Riviera che più l’hanno colpito.
“Ho scelto le più significative secondo la mia poetica, lavorando durante tutte e quattro le stagioni. L’emozione viene dal paesaggio che mi trovo davanti, la sfida è quella di ricreare su carta attraverso l’uso di mezzi consueti qualcosa di così vario e straordinario. È acquerello puro, senza l’uso del bianco, una tecnica povera ma che trovo nobilissima e ricca di possibilità”.