Il reddito di cittadinanza solo per chi non può lavorare: ossia disabili e casalinghe senza pensione di reversibilità è la proposta lanciata oggi durante una conferenza stampa al Senato dal vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, che parla di reddito di dignità e semmai di tagli alle tasse sul lavoro per incentivare le assunzioni. Siamo in collegamento con Paolo Grigolato, Presidente dell’Acli provinciale di Venezia.
Il crollo dei redditi
Nei giorni scorsi ha fatto molto scalpore la ricerca che è stata fatta sul crollo dei redditi in tutta la provincia di Venezia e soprattutto del centro storico. Anche l’uomo della strada sapeva che il reddito del 2020, nel centro storico, era crollato. Però il fatto che si sia scoperto che si è tornati indietro di ben 5 anni, ha abbastanza colpito, anche perché ha riguardato un po’ tutti i settori e non solamente chi è legato al comparto turistico. Questo ha dimostrato che se un settore va male, a catena poi vanno male anche tutti gli altri.
Gli stipendi
Partiamo dal fatto che c’è un elemento di novità negativo e positivo. Si è ridotta la forbice degli stipendi tra uomini e donne, però è negativa perché non è che alle donne è stato aumentato lo stipendio, ma è quello degli uomini che è stato diminuito.
“Diamo un’informazione basilare. Noi abbiamo circa 20.000 pratiche legate al 730 della Provincia di Venezia. Ci siamo concentrati ad analizzarne circa 18.000, che sono quelli l’avevano fatto da noi anche nel 2019, per avere una base concreta per verificare le differenze rispetto all’anno precedente. L’anno precedente era la denuncia dei redditi prima della pandemia, mentre la denuncia dei redditi di quest’anno è legata al 2020 che abbiamo passato. Come lei ha detto, per quanto riguarda il Comune di Venezia, i nostri dati hanno confermato questa diminuzione dei redditi che è doppia per quanto riguarda le persone che avevano un lavoro all’interno del Comune di Venezia. Il dato significativo è che, anche un lavoratore che abita in un paese non del Comune di Venezia, ma che avesse svolto un’attività all’interno del Comune di Venezia, è stato colpito perché quest’economia è andata in sofferenza in maniera doppia rispetto quella che viene svolta nel resto del territorio” ha detto Paolo Grigolato.
Parliamo di dati: il reddito medio in tutta la Provincia di Venezia è di quanto e di quanto è sceso?
“Il reddito medio della Provincia di Venezia da 21.386€ è passato a 20.916€. Abbiamo avuto 470€ rispetto all’anno precedente”.
Che è un -2% circa.
“In questo senso, per quanto riguarda i lavoratori uomini abbiamo avuto -999€, in relazione ai contribuenti in età lavorativa siamo a circa -800€, i residenti nel Comune di Venezia siamo a -702€, i lavoratori residenti a Venezia -1299€, gli stranieri residenti a Venezia -1215€. Vorrei spendere due parole su una cosa di cui ci siamo resi conto. Come Presidente dell’Acli di Venezia, faccio anche parte del Fondo San Nicolò che è stato istituito dal patriarcato, per intervenire rispetto alla situazione che si era creata proprio nel Comune di Venezia”.
“È chiaro che, molte delle attività legate alla ristorazione e all’alberghiero erano svolte, per mansioni anche più semplici, da lavoratori stranieri che hanno certamente impattato in maniera così dura rispetto alla diminuzione del reddito. L’alta cosa che mi sento di dire è che i pensionati hanno avuto una diminuzione di 28€. C’è stata una diminuzione media per i lavoratori uomini di quasi 100€ e di 28€ per i pensionati. La pandemia ha scoperchiato il tema di chi lavora e che ha perso un lavoro o che aveva un lavoro precario e che non è stato confermato (molti dei lavori fatti nel settore turistico sono stagionali) e tutta una fase, qui citiamo i pensionati ma mettiamo dentro anche tutte le persone con un contratto statale, come nel mio caso, che non ha impattato dal punto di vista della capacità di confermare il reddito dell’anno percepito”.
Il tracollo del lavoro
Questo è quello che dicono moltissimi operatori economici da tempo: l’Italia sta diventando sempre di più un paese fondato sulla rendita anziché sul lavoro. Il lavoro, in questo caso, ha subito un ulteriore tracollo, a dispetto delle pensioni che vengono pagate da chi lavora. Se chi lavora subisce un tracollo di questo tipo, non ci saranno più fondi per le pensioni e per gli stipendi pubblici.
“Questa è la verità che dovrebbe farci riflettere. molte delle cose che ci sono capitate durante la pandemia dovrebbero farci riflettere. Senza togliere nulla ai pensionati perché tutti abbiamo l’aspirazione di arrivare a goderci la pensione in una qualche maniera. Ma questo è stato eclatante in questo senso perché sono stati colpiti i lavoratori rispetto ad una cosa che non è assolutamente collegata. Come oggi che abbiamo una crisi in ambito energetico, dove stiamo assistendo all’inflazione galoppante, al fatto che per fare un pieno di gasolio ho speso 80 euro. E io normalmente ne spendevo 70 euro fino a poco tempo fa. Queste sono legate ad alcune motivazioni. La motivazione che ha colpito soprattutto il reparto del turismo a Venezia è legata ad una pandemia. Che è la parola che io penso, la maggior parte delle persone, non conoscevano prima del marzo del 2020. La dimostrazione che, ad oggi, anche un lavoro a tempo indeterminato può diventare improvvisamente precario. Questo è un dato”.
Dopo il colpo al lavoro privato, ora anche quello al pubblico attraverso l’inflazione. Per cui anche quella rendita inizia ad essere rosa anche dall’inflazione. Questa è stata una tempesta perfetta.
“Sì esatto, è stata una tempesta perfetta. Infatti, oggi che ho ascoltato Veneto Lavoro, hanno detto che la situazione, a livello veneto, sta tornando alla situazione della pre-pandemia”.
Mentre in tutto il mondo stavano riprendendo, noi stavamo ancora in fase recessiva. Nessuno tendeva ad avere il coraggio di dirlo perché era il periodo in cui il Movimento 5 Stelle, il PD… Noi non eravamo mai riusciti ad uscire dalla crisi.
“Anche Veneto Lavoro ci dice che sta tornando anche il lavoro. A me verrebbe da dire che, tornando alla ricerca del lavoro, quanti lavoratori che erano impegnati, per esempio, nelle attività stagionali, sono rientrati nel proprio paese. Tutta la fatica che ci viene raccontata di trovare, ad oggi, persone insostituibili che possono fare il lavoro. Perché a vendemmiare uno non può aspettare un lungo periodo. Ecco ora io dico che i conti li faremo alla fine. Questo è già un segnale grave per quanto riguarda Venezia, dovremmo vedere se la vocazione alla città esclusiva del turismo potrà essere mantenuta o con quali altri sistemi. L’altra situazione, che mi viene da dire, in relazione al fatto di chi aveva un lavoro non pubblico, regolare, è stato che la cassa integrazione, che è stata erogata da parte dallo stato, è andata in qualche maniera a litigare il fatto che alcune categorie hanno avuto periodi di forzata chiusura del lavoro. Non è stato così per i supermercati”.
I sostegni
Si tratta di sostegni che possono servire per l’immediato ma che non creano sviluppo. Si tratta di una situazione che assomiglia molto ai regimi di sinistra, regimi comunisti che danno tanti bonus, tanti aiuti ma che poi si sperdono nei rivoli delle necessità personali. Ma non vengono investiti in settori produttivi che possono produrre lavoro.
“Certo. Però in questo caso, con un lockdown che ci aveva impedito di uscire di casa, già il fatto che abbiamo una perdita di circa un migliaio di euro, è stata comunque mitigata dal fatto che ci sia stata una cassa integrazione altrimenti sarebbe stato ancora peggio”.
Adesso la situazione delle bollette.
“Adesso questo. Questo sarà il prossimo problema”.
Non è stata un’intervista che ci ha sollevato molto il morale, Paolo Grigolato.
“Questa è una lettura dei dati di fatto, adesso spetta a noi fare delle riflessioni a partire da quale Venezia vogliamo avere prossimamente. Eravamo passati dal voler mettere i tornelli perché c’era troppo turismo, al fatto che qualcuno ha detto: ‘mi dispiace che ci sia la pandemia ma non ho mai goduto Venezia così tanto’. Dobbiamo trovare degli equilibri perché io mi auguro che questa quarta ondata non sia così devastante come lo sono state le prime. Ma perché questo è un problema che durerà ancora. Non voglio dire quanto, non voglio speraci” ha detto Paolo Grigolato.
Green Pass
Indubbiamente il Green pass, per quanto sia odioso, perché costringe chi non si vaccina a restare a casa oppure a pagare i tamponi, ci ha aiutato a ripartire. Insomma, ognuno può dire qualsiasi cosa ma non può non dare ragione a questa cosa che è stata presa sia dal mondo della destra che dal mondo della sinistra. Questo va detto, Paolo Grigolato.
“Sì. Sono operatore socio-sanitario, ho già fatto la terza dose e, devo dire, che ci siamo comportati meglio di altri paesi. Dobbiamo sperare bene. Ripeto che dobbiamo fare tesoro di quello che è successo per preparaci con tutti i fondamentali, nel caso questa cosa durasse ancora. E, d’altra parte, a mettere in moto quelle che sono tutta una serie di riflessioni politiche e quant’altro. A partire anche dal fatto, come si diceva prima, che ci sono delle categorie che, in questo momento, hanno maggiore copertura rispetto ad altre. Che poi, com’è che sappiamo che siamo un paese che va verso la de-natalità è un po’ come dire ‘qui oggi i pensionati sono salvi, ma tra qualche anno avremmo il problema oltre che del Covid, anche di chi paga le pensioni'”.
Quindi l’Italia non sarà nemmeno fondata sulla rendita. Grazie Paolo Grigolato, ci vedremo ancora perché è interessante quello che ci hai detto.