Paolo Zabeo interviene parlando dell’ultima accusa rivolta alla pubblica amministrazione da parte della CGIA di Mestre.
Contrariamente a quanto si pensa, nel rapporto “dare-avere” tra lo Stato e il contribuente italiano a rimetterci, da un punto di vista strettamente economico, è sicuramente quest’ultimo. L’Ufficio studi della CGIA è giunto a questa conclusione “realizzando” una sorta di do ut des alla rovescia; ovverosia, comparando il mancato gettito che la Pubblica Amministrazione (PA) subisce a causa dell’infedeltà fiscale degli italiani con i costi aggiuntivi che gravano su famiglie e imprese a causa del malfunzionamento dei servizi pubblici.
Evasione fiscale
Stando ai dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, l’evasione fiscale presente in Italia è stimata in circa 110 miliardi di euro all’anno. Un importo paurosamente elevato che, comunque, appare decisamente inferiore agli oneri che i cittadini e le imprese subiscono in virtù degli sprechi, degli sperperi e delle inefficienze presenti nella nostra PA (il danno economico in capo ai contribuenti italiani sarebbe di oltre 200 miliardi di euro all’anno).
Paolo Zabeo e la CGIA di Mestre
Asserisce il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo: “Sgombriamo il campo da qualsiasi equivoco: l’evasione non va mai giustificata e dobbiamo contrastarla ovunque essa si annidi, sia che riguardi i piccoli che i grandi evasori. Se, infatti, portassimo alla luce una buona parte delle risorse sottratte illecitamente all’erario, la nostra PA avrebbe più soldi, funzionerebbe meglio. In altre parole, con meno evasione e una PA più efficiente potremmo creare le condizioni per rilanciare questo Paese”
In conclusione Paolo Zabeo sostiene che la pubblica amministrazione deve mettersi in discussione, reagire e cambiare pelle.