Il nostro spazio dedicato al dialetto veneziano si occupa oggi di un vocabolo “Paraori”, caduto ormai in disuso. Vediamo chi lo conosce! GUARDA TUTTI I VIDEO SUL DIALETTO DI MARGHERITA BEATO
Scopriamo il termine “paraori”
Dal greco “parà”, “presso” e dal latino “os oris” “bocca”, “imboccatura”, “entrata”. “La parola può essere intesa come una soglia da varcare.
Questa locuzione esprime così bene l’idea dell’imminenza da venir di solito associata all’attesa più importante, ossia quella di una nascita. Se una donna “xe sui paraori”, si tratta di una gestante che sta per partorire.
Ma poi ci sono anche degli altri significati, quelli che potremmo chiamare anche “paradori” perché vengono dal latino parare, preparare, allestire.
Questi paraori, che in terraferma diventano parauri, sono un bel sistema per far meno fatica nel carico e scarico.
Non sono nient’altro che due travi di legno inclinate e parallele che permettono di ridurre il dislivello tra piani diversi. Sopra ci si possono far rotolare, tante cose, ma in particolare questo sistema serviva per le botti.
Riassumendo. “Paraori”: essere sul punto di oppure come comodo scivolo. In ogni caso è un termine che indica uno spostamento.