I veneziani si sono scoperti provetti archeologici. Grazie all’istinto di raccogliere frammenti di ceramica, pezzi di terracotta, pezzi di campanile, laterizi e altri manufatti, che il mare deposita tra la sabbia del Lido, tantissimi reperti si sono salvati dalla distruzione che la pulizia meccanica delle spiagge comporta.
I reperti del campanile di San Marco
L’appello lanciato dall’Associazione Lido Oro Benon, è stato un successo. Centinaia di migliaia di mattoni del Campanile di San Marco, crollato nel 1902 e gettate al largo del lido, non sono andate completamente perdute. Sono infatti ben 500 i reperti che i veneziani hanno portato a visionare, misurare, fotografare e catalogare. Una sorta di mega meeting archeologico, nell’ambito del progetto “El Paron De Casa“.
Oltre all’Associazione Lido Oro Benon, rappresentata dal Vittorio Baroni, hanno partecipato anche funzionari ed esperti della sovraintendenza. L’Università di Ca’ Foscari ha partecipato con docenti, studenti e dottorandi.
Un evento svoltosi al Lido di Venezia, che ha registrato il tutto esaurito da parte dei cittadini, desiderosi quanto mai, di partecipare attivamente alla costruzione di un’importante percorso di memoria storica. I pezzi migliori saranno esposti al pubblico, protagonisti di una mostra.