Pianiga, Unitrans a rischio: 50 lavoratori in bilico

Unitrans, storica azienda veneta di furgoni isotermici, rischia il fallimento. Debiti milionari, sfratto e incertezze sul futuro mettono a rischio 50 posti di lavoro

C’è apprensione per i 50 dipendenti della Unitrans Srl di Pianiga, storica azienda dellaUnitrans Srl di Pianiga, che rischiano di perdere il lavoro.

Unitrans a un passo dal fallimento

Il prossimo 28 novembre, il Tribunale di Venezia potrebbe decretarne la liquidazione giudiziale, accogliendo l’istanza di fallimento avanzata da un creditore.

La società, fondata nel 1967 e specializzata nella produzione di furgoni isotermici per il trasporto di prodotti freschi e congelati, continua a operare e a rispettare gli impegni economici con dipendenti e fornitori, ma è gravata da debiti che superano i 6 milioni di euro.

La situazione si è aggravata negli ultimi mesi a causa di una serie di eventi paradossali. La proprietà dell’immobile e del terreno su cui opera l’azienda, detenuta dalla maggior azionista Karin Monshauer tramite un istituto giuridico del Liechtenstein, ha avviato un’azione di sfratto per morosità nei confronti della stessa azienda. A ciò si aggiunge l’incertezza sul futuro legata alla mancata conclusione delle trattative con la New Royal Plastic Srl, potenziale acquirente interessata a rilevare Unitrans.

I sindacati in azione

Le organizzazioni sindacali Fim Cisl Venezia e Fiom Cgil Metropolitana di Venezia denunciano atteggiamenti contraddittori e una gestione poco trasparente da parte della proprietà, che sembra privilegiare la massimizzazione del valore dell’immobile rispetto alla continuità aziendale.

«I lavoratori – sottolineano i sindacati – stanno affrontando con responsabilità una situazione di estrema precarietà. Non accetteremo soluzioni che non garantiscano la salvaguardia dei posti di lavoro».

Unitrans ha dichiarato l’intenzione di presentare una domanda di concordato preventivo in continuità, con l’obiettivo di mantenere attiva l’azienda e trovare un acquirente per il marchio e, possibilmente, l’immobile. Intanto, la Regione Veneto è stata coinvolta tramite l’Unità di crisi per cercare una soluzione che eviti la chiusura dell’attività, un’eventualità che rischierebbe di impoverire ulteriormente il tessuto produttivo locale.

Tuttavia, la scadenza del 28 novembre incombe, lasciando lavoratori e territorio con il fiato sospeso.

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