Pier Francesco Ghetti “La città rappresenta il pesce che viene preso dall’amo.”
Paolo Dalla Vecchia: “Ci ricolleghiamo ancora alla nostra città di Venezia. Ad un certo punto della sua storia la città di Venezia da isola è stata agganciata alla terra ferma e quindi si sono spostati completamente gli orientamenti. Sono arrivati milioni di turisti e quindi l’Urbis esiste ancora ma è la Civitas che non esiste più. Tu da studioso e quindi anche da residente del centro storico veneziano, che cosa ne pensi?”
Pier Francesco Ghetti: “Molto bella questa immagine che rappresenta in concreto il ponte, prima della ferrovia e poi il ponte stradale, che collega la terraferma. La città rappresenta in qualche modo il pesce che viene preso con l’amo. Il pesce è l’isola e viene preso dalla terraferma e quindi finito il percorso insulare di dominio del Mediterraneo, che è una cosa enorme e quindi incorporazione di forze, di energie impressionante interne al piccolo spazio, inizia un altro percorso.
Che destino vogliamo riservare?
Che è quello anche di Marghera, della città metropolitana, di Mestre. Se vuoi allarghiamo che è un processo che va guidato e non valutato. Poniamoci il problema di che destino vogliamo riservare. Cosa deve essere questa scia del centro storico e poi nel rapporto del centro storico, come isola, nel rapporto con il resto del territorio. Questo tipo di urbanistica parla di policentrismo. Devi realizzare degli interventi che siano rispetto alle tue volontà, non puoi pensare che la provvidenza intervenga per i problemi. Bisogna ragionare e arrivare ad una soluzione, ci sono tempi diversi che oggi come nel corso della storia si possono rivelare più o meno brevi.”
GUARDA ANCHE: Pier Francesco Ghetti: la cultura della sostenibilità ambientale