Conflitto di ruolo dell’acqua
Il rettore emerito dell’università Ca’ Foscari di Venezia, analizza quello che è lo sviluppo avuto da parte dei corsi idrici, anche nel corso della storia, intrecciando il suo discorso con parabole relative al passato e all’uso che veniva fatto dei corsi naturali.
Paolo Dalla Vecchia: “ti sei sempre occupato per attività di ricerca di studio, hai scritto un’infinità di testi scientifici sul tema dell’acqua, della risorsa idrica e dei fiumi. Hai scritto che il fiume è un utile idiota del paesaggio. Una definizione forte, perché hai usato questa definizione?”
Pier Francesco Ghetti: “Se abbiamo solo un momento per una piccola retrospettiva. Nei tempi dei romani l’Italia del Nord era come l’Africa dei grandi laghi, i cui fiumi andavano da tutte le parti e le terre emerse per l’agricoltura non erano molte. Esisteva un conflitto di ruolo in cui l’acqua serviva sia a produrre energia elettrica che per l’irrigazione e all’artificializzazione del territorio.
Pier Francesco Ghetti, “il fiume oggi è un aria marginale”
A questo punto il fiume diventa “utile idiota”, in quanto diventa il retrobottega, diventa la parte del paesaggio retrostante. Il fiume Piave ne è un esempio, immagina il ruolo, di qua e aldilà del Piave. Era la spina dorsale, oggi attraversato dalle ferrovie, dalle autostrade e quindi un’area marginale. Così è trattato come area marginale. Il fiume non dà più in modo gratuito l’acqua per vivere produrre, ma richiede un’attenzione, che è quella che serve per la difesa delle acque.”
Tema che interessa direttamente il nostro territorio, collocato per buona parte sotto il livello del mare, percorso da importanti corsi d’acqua, e frequentemente coinvolto in dinamiche idriche eccezionali. Messo in crisi nell’ultimo periodo dalle forti e abbondanti piogge.
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