Pier Francesco Ghetti “non più un fatto locale, ma il pianeta”
Paolo Dalla Vecchia: “Vi sono altri temi sui quali possono considerarsi concentrati i tuoi interessi di studioso e uomo di cultura oggi?”
Pier Francesco Ghetti: “I miei interessi in questo momento però sono realisticamente portati ad una riflessione anche critica, vuol dire l’accusa di Greta rispetto a noi della nostra generazione. Mi fa male perché, io ho lavorato per tutta la vita su certi temi e in qualche modo, quando le cose non funzionano ci sono degli allarmi seri pesanti, che coinvolgono non più un fatto locale, ma il pianeta. Insomma temo e vedo che la priorità è capovolta.
Io sono d’accordo che ci sono dei problemi economici gravissimi, ci sono popoli che muoiono di fame. Però alla base c’è come fare a dare da mangiare a questa gente, come fare a portare la pace in certe realtà. Aldilà della retorica. E poi scopro che dietro, ci sono forze che spingono, che sono quelle delle multinazionali o quelle delle armi.
Ognuno ha i suoi interessi insomma ma è ingiusto. Ognuno è portatore di interessi, però io dico perché non siamo in grado di portare, in questo momento l’interesse dell’ambiente all’interno. Come una priorità.
Noi il problema, Noi la soluzione
Sono d’accordo su questa missione, sono d’accordo sui personaggi che passano attraverso questa trasmissione, perché riportano al centro, secondo me uno dei problemi che oggi non possiamo più dimenticare. Io non voglio che ci si alzi il mattino con la tristezza, di dire ma chissà dove andiamo, chissà cosa facciamo. Devo anche dirti che molti dei problemi che ci sono sono prodotti da noi, quindi anche le soluzioni possono nascere da noi. Non si tratta di una calamità naturale come un terremoto, un eruzione vulcanica, possiamo intervenire. Ognuno di noi può contribuire.”
Paolo dalla Vecchia: “è di grande concretezza questa tua riflessione e anche lo scopo di queste trasmissioni, è proprio quello di dire che ha problemi complessi come quelli che stiamo vivendo, si possono dare delle risposte semplici.
Mentre a problemi complessi i nostri genitori ci hanno insegnato che occorre dare risposte complesse ed ascoltando figure come la tua, c’è una lunghissima carriera dedicata a questi temi. Tu sei un ecologo insigne. Sei partito negli anni 50, hai affrontato questi temi quando avevamo la chimica pesante, che imperava le discariche. Quando tranquillamente per mancanza di conoscenza si inquinava senza porsi la domanda, che drammaticamente ci ci stiamo ponendo.”
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