A pochi giorni dalla riapertura insomma ovunque si vedono macerie e persone che si rimboccano le maniche. Il Centro storico di Venezia è un caso a parte, perchè anche se si ha voglia di ripartire mancano i turisti. Ne parliamo con Pier Paolo Baretta, sottosegretario al ministero all’economia veneziano e prossimo antagonista del sindaco Brugnaro alle amministrative.
Pier Paolo Baretta
Oggi è il giorno della firma del famoso DPCM del rilancio, ma 55 miliardi non si possono gestire in poche pagine. Gli affitti di Venezia in questo momento rappresentano il problema più grave che le partite iva che si sono associate a Venezia hanno. Alcuni non apriranno finché non arrivano i turisti, quindi non incasseranno e non verseranno tasse ma dovranno comunque pagare gli affitti.
Gli affitti a Venezia
Il fatto che ci sia un ristorno sugli affitti però è un vantaggio, verranno rimborsati dallo stato. Questo però non può bastare e servirebbe anche da parte di chi è proprietario degli immobili un atteggiamento bonario, per favorire un punto di incontro tra proprietari e affittuari.
C’è da distinguere tra la necessità immediata di liquidità che c’è in generale e i diritti che uno acquisisce. La cassa integrazione c’è ma è in ritardo con i pagamenti perché c’è stata una sovrapposizione tra regione e Inps. Nel nuovo decreto le aziende possono chiedere direttamente all’Inps e aver un anticipo di un paio di settimane. I ritardi non annullano il diritto anche se sono un problema.
Apertura dei confini
Si sta lavorando perché ci sia l’apertura dei confini almeno con i paesi limitrofi. Inoltre si cerca di incentivare il turismo di prossimità in modo che gli italiani nelle regioni confinanti considerino la visita a Venezia o l’inutilizzo delle sue spiagge. La preoccupazione maggiore è che tra qualche mese arriveranno imprenditori con liquidità in grado di rilevare tutte le attività che sono state mese in vendita.