Il nuovo patron di Playboy, Cooper Hefner, in coincidenza con l’abbandono da parte di molti utenti e società, lascia Facebook accusando il social di essere: «in contraddizione coi nostri valori» e di «intromissione nelle libere elezioni americane».
La valanga di reazioni provocate dal caso Cambridge Analytica sta mettendo in seria difficoltà Facebook, con il boss Mark Zuckerberg chiamato a rendere conto di fronte alle autorità di tutto il mondo, mentre molte società – e soprattutto utenti – decidono di voltare le spalle il social network numero uno al mondo per timore della propria privacy: dopo la cancellazione delle pagine di Tesla e SpaceX, da parte di Elon Musk nei giorni scorsi, fa ora clamore l’addio di Playboy.
L’impero mediatico con al centro la rivista erotica più famosa del mondo, dopo la morte del fondatore Hugh, è in mano al figlio ventiseienne Cooper Hefner, che ha spiegato all’Hollywood Reporter le motivazioni dell’allontanamento: «Le linee guida sui contenuti di Facebook e i loro indirizzi aziendali sono continuamente in contraddizione coi nostri valori. Abbiamo cercato di adattare il nostro tono di voce alla piattaforma, la quale però per noi continua ad essere sessualmente repressiva».
Il riferimento è alle censure sistematiche che l’algoritmo opera su immagini di nudo o contenuti sessualmente espliciti: nel 2014 il magazine aveva adottato una politica di abbandono del nudo, per adattarsi alla nuova diffusione social, ma fu lo stesso Cooper nel 2017 a reintrodurlo come fedeltà al dna del marchio.
Ma la decisione è anche politica: «Venire a conoscenza della loro intromissione nelle libere elezioni americane dimostra ulteriormente la nostra preoccupazione per la gestione dei dati degli utenti, più di 25 milioni dei quali sono fan di Playboy», ha aggiunto il giovane Hefner, il quale comunque continua a pubblicare su Instagram, che come noto fa parte dello stesso gruppo del contestato social network zuckerberghiano.