Porto Marghera diventa area di crisi complessa. Un riconoscimento che dovrebbe tradursi in posti di lavoro per tutta l’area metropolitana
Porto Marghera fra un passo avanti per quanto riguarda il rilancio dell’area. La zona infatti è stata dichiarata area di crisi complessa e sono ora disponibili risorse, sia del ministero dello Sviluppo, sia della Regione, che potrebbero innescare un processo virtuoso di investimenti.
Sull’argomento Il sindacato, che denuncia la paura che le aziende esistenti come la raffineria a la Pilkinton possano provare nel sentirsi minacciate dall’arrivo delle navi da crociera, e che possano sentirsi private degli spazi vitali e decidere di abbandonare l’area.
Il riconoscimento di area di crisi complessa consente invece agli enti pubblici di intervenire per sostenere il reinsediamento industriale, per favorire il ritorno delle imprese che rispondono alla classica vocazione manifatturiera dell’industria veneziana: la chimica, la siderurgia, la meccanica, il vetro. Il governo, attraverso l’impegno dei ministeri, appoggia la grande impresa, la Regione sostiene quella piccola e media. Secondo la regione sono in ballo
6 milioni e mezzo di euro destinati a fornire l’adeguata formazione alla forza lavoro che poi andrà impiegata nei progetti specifici di reinsediamento industriale a Porto Marghera. E se anche non riuscisse a essere reimpiegata nei progetti specifici, verrebbe riqualificata. Saranno infatti 12 milioni di euro destinati all’insediamento di nuove piccole e medie realtà produttive sul territorio.