Porto Tolle, granchio blu: 400 pescatori si sono arresi

L'emergenza del granchio blu sta devastando l'economia di Porto Tolle, con pescatori in crisi e soluzioni nazionali pronte a rilanciare il territorio lagunare

Porto Tolle: due anni di crisi del granchio blu, ma nuove speranze all’orizzonte.

Emergenza granchio blu

A quasi due anni dall’inizio dell’emergenza legata al granchio blu nelle lagune locali, il sindaco Roberto Pizzoli ha fatto il punto sulla situazione durante un incontro con i media. La crisi, che ha messo in ginocchio l’economia locale, continua a gravare pesantemente sui pescatori, molti dei quali non ricevono uno stipendio da oltre 18 mesi.

Con 1.500 partite IVA attive nel settore, quasi 400 sono state costrette a chiudere, segnalando un’involuzione economica e sociale significativa per il territorio.

“Ad oggi, i pescatori non hanno ancora ricevuto un’adeguata remunerazione per questo lungo periodo di difficoltà,” ha sottolineato Pizzoli. “Inoltre, nonostante le nostre richieste, non si è giunti a una sospensione dei contributi previdenziali, aggravando ulteriormente la situazione.”

Fondi e progetti

Tuttavia, qualche spiraglio di speranza emerge dalle iniziative intraprese a livello nazionale. Si sono infatti conclusi i tavoli tecnici con il commissario straordinario per l’emergenza granchio blu, Carlo Caterino.

La prossima settimana, il sindaco parteciperà a Roma alla presentazione di un piano strategico con il ministro Lollobrigida. Tra le buone notizie, i fondi stanziati al consorzio locale hanno permesso di chiudere il bilancio senza passivi, garantendo una base per una possibile ripartenza.

Soluzioni sostenibili

Il piano prevede due linee d’azione principali. Da un lato, la cattura e lo smaltimento intensivo del granchio blu, con la possibilità di trasformare la crisi in un’opportunità economica tramite accordi commerciali per la vendita del crostaceo.

Dall’altro lato, sono state avviate sperimentazioni per proteggere le aree di pesca: 27 ettari sono stati recintati per testare nuove semine e garantire una diversificazione sostenibile delle lagune.

“Serve un approccio integrato, che includa ricerca e nuove strategie per garantire la sopravvivenza economica del settore,” ha dichiarato Pizzoli. L’obiettivo è trasformare un problema in un’occasione di rilancio, seppur in un contesto ancora segnato da profonde difficoltà.

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