Tutte le musiche più belle, dagli ABBA a Schonberg, da Morricone a Bernstein, senza dimenticare Bach, Rossini, Chopin, sono passate quest’anno per il festival internazionale di musica di Portogruaro: una manifestazione articolata e composita che nel tempo ha acquisito prestigio sempre maggiore. L’edizione 2022 che ha festeggiato i 40 anni di vita, è stata un trionfo di cui è giustamente fiero il direttore artistico, il celebre pianista veneziano Alessandro Taverna.
Le parole di Alessandro Taverna, dir. artistico Festival di Musica di Portogruaro:
“Siamo tutti felici per come è andata questa edizione. Era un’edizione importante, c’era grande aspettativa, il 40°, un numero tondo. Abbiamo avuto insieme a noi dei grandi protagonisti, quelli che hanno segnato tappe importanti del nostro percorso e che hanno fatto un pò la storia del festival, e anche questa serata credo che si scriverà nella storia del festival. Gli amici della Filarmonica di Lubiana sono di nuovo con noi, io ho avuto l’onore di condividere il palcoscenico con loro e con il mio amico fraterno, il maestro Michele Garba.”
L’importanza del pubblico secondo Alessandro Taverna:
“Poteva esserci una conclusione migliore ma devo dire che quello che ci ha fatto piacere è l’entusiasmo del pubblico in un momento anche particolarmente difficile. Ciò nonostante, il pubblico con il suo affetto e con la sua corale partecipazione, ci ha dato sempre uno stimolo per continuare e per andare avanti. Speriamo che questo sia un buon auspicio per l’edizione numero 41. Sono stati più di 40 concerti con artisti da tutto il mondo, con alcuni eventi che sono rimasti nel cuore della gente come l’inizio con Uto Ughi che è stato un grande omaggio alla sua carriera, e poi la Filarmonica della Scala, il 2 settembre.”
L’opportunità per i giovani secondo Alessandro Taverna:
“Dicevo di questo evento finale con la Filarmonica di Lubiana, ma anche gli eventi che sono avvenuti in decentramento nel comune di Portogruaro sono stati significativi per noi perchè sono stati momenti in cui i giovani artisti hanno condiviso il palcoscenico con i loro insegnanti e con i grandi artisti. Questo per noi è un segno di grande speranza, chiaramente un’opportunità per loro ma una speranza per la musica. Se devo dire un concerto che ricordo in particolare, faccio fatica a sceglierne uno. E’ stata un’edizione felice e sono contento che in tutti i casi c’è stato un motivo per portare a casa un ricordo speciale di questo festival”
Il bello del festival di Portogruaro
La cosa bella di questo festival è l’assoluta mancanza di snobismo intellettuale. I concerti, dislocati in diverse località del veneto orientale, dialogano di buon grado con un pubblico composto prevalentemente da turisti in vacanza. La musica insomma non teme di mischiarsi e ai prodotti tipici, anzi è davvero il grande valore aggiunto.
Continuano le parole di Alessandro Taverna:
“Il festival di Portogruaro è radicato nella sua realtà e non solo, ma anche nel mandamento della città e quindi nei comuni limitrofi. La buona formula e forse anche la chiave del suo successo è quello di sposare la musica con le bellezze architettoniche e paesaggistiche di cui il territorio è ricco, ma anche unire la musica con l’offerta enogastronomica che questo territorio produce. Le penombre sono stati incontri di approfondimento musicologico accompagnati dalla degustazione di vini del territorio, quindi tutto parla di territorio. Naturalmente, il nostro pubblico è anche parte del turismo balneare e sempre di più vorremmo che la nostra proposta raggiunga settori sempre più ampi. Musica, turismo, economia, enogastronomia e territorio: questi, secondo me, sono i punti forti di una proposta musicale e culturale, che speriamo sempre di più sia di alto livello.”
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