Povertà energetica. Le famiglie stanno peggio a Padova e Verona, le segue Venezia e a ruota le altre province. Complessivamente sono circa 500mila i nuclei famigliari che non riescono a utilizzare con regolarità l’impianto di riscaldamento d’inverno, quello di raffrescamento d’estate. A causa delle precarie condizioni economiche, non dispongono di elettrodomestici ad elevato consumo di energia (lavastoviglie, lavatrice, asciugatrice, aspirapolvere, micro onde, forno elettrico, etc.).
La povertà in Veneto
I numeri appartengono ad una ricerca diffusa dalla CGIA di Mestre che fotografava l’indigenza della regione prima dello choc energetico del 2021. Da questo momento in poi può solo peggiorare se non ci si mette rimedio. A Padova e Verona si parla di un massimo di 39 500 famiglie in difficoltà. A Venezia di 38mila. Il loro identikit è costituito da un elevato numero di componenti che risiedono in alloggi in cattivo stato di conservazione, con il capofamiglia giovane, spesso inoccupato e/o immigrato.
La CGIA che riunisce lavoratori autonomi, di cui in generale il 70% è senza collaboratori, esprime preoccupazione soprattutto per loro che rischiano di più rispetto ai lavoratori dipendenti perchè vedranno aumentare i loro costi fissi nei laboratori e non soltanto nelle loro case, come tutti .
Secondo gli ultimi dati ISTAT del 2019 il rischio povertà per gli autonomi era del 25.5% contro il 20% per i lavoratori dipendenti e nonostante la ripresa dopo il Covid ora si torna a parlare di un divario che rischia di aumentare.
Bonus bollette e reddito di cittadinanza
Le speranze per l’immediato sono riposte nel bonus bollette. Per il momento ne hanno diritto colore che i nuclei con un reddito ISEE al di sotto dei 12mila euro l’anno o di 20mila, ma con quattro figli. I beneficiari del reddito di cittadinanza, chi è in precarie condizioni di salute o in abitazione di emergenza.
Andrea Vavolo dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre parla della povertà nel veneziano.