Il viaggio nel tempo dei 1600 anni di Venezia, nell’autunno iniziato da pochi giorni, si ferma nell’antico vigneto della Serenissima, nel cuore dell’area D.O.C. Lison-Pramaggiore. Una terra di bianchi e rossi, culla del Pinot Grigio e del Refosco dal Peduncolo. Qui, nel luogo dove si intrecciano le province di Venezia, Treviso e Pordenone, lo sguardo si perde tra distese di vigneti appartenuti ai Dogi e che ancora oggi mantengono quell’antica tradizione, risultando una delle aree più produttive a livello nazionale.
Pramaggiore: è tempo di vendemmia
Un secchio, un paio di forbici robuste, guanti e un qualcosa per ripararsi dal sole: sono poche le cose che servono per la vendemmia fatta a mano, nei campi dove sorgono i vigneti di Pramaggiore e Lison.
I suoli dell’area sono caratterizzati dalla presenza di alti contenuti di elementi minerali favorevoli alla crescita della vite, che danno un’equilibrata dotazione di sostanza organica e da buone capacità di riserva idrica. Questi fattori danno vita a vini di ottima struttura e con un buon equilibrio acido. Sprigionano profumi intensi di frutta fresca e di spiccata personalità.
Quello che si sta concludendo sarà un raccolto oltre le attese. Si era pensato a un raccolto più scarso, ma l’area del Lison-Pramaggiore anche per quest’anno non ha subito gravi danni dovuti alle grandinate e potrà contare, alla fine, su uva e vino buono in discreta quantità.
Il primo bio-distretto del Veneto
Lungo il percorso vitivinicolo capita di imbattersi nei cancelli dell’azienda “Le Carline”, nella quale si producono da oltre trent’anni vini biologici nel rispetto della natura e del territorio. Il processo di trasformazione dell’uva, dai filari alla cantina, avviene senza l’aggiunta di solfiti o coadiuvanti, secondo l’antica tradizione enologica.
“La nostra azienda si inserisce, fin dalla sua nascita, in un territorio pioniere nel settore biologico. Proprio qui, infatti, è nato il primo bio-distretto veneto: “Bio Venezia”. Ad oggi conta più di 50 aziende con 1500 ettari bio-coltivati” spiega Daniele Piccinin, proprietario ed enologo de “Le Carline”. “La tradizione dei vini della famiglia Piccinin è riconosciuta e premiata in Italia e all’estero: dal bronzo Decanter, vinto nel 2015, alle medaglie conquistate nel 2020 al Concorso Mondiale di Bruxelles e al Premio Internazionale dei vini biologici”.
Le realtà del territorio
L’attività vinicola nel contesto enologico D.O.C. Lison- Pramaggiore è composta da molte realtà autoctone che spesso si uniscono per dar vita a vini I.G.T., D.O.C. e D.O.C.G.. Vi.Vo. Cantine, la società agricola cooperativa di Pramaggiore ne è un esempio. Attiva da più di 60 anni, ad oggi conta circa 200 soci e ogni anno raccoglie oltre 130 mila quintali di uva.
“Questa è una cantina sociale, i soci portano il loro prodotto che viene pesato, controllato e infine scaricato” spiega Samuele Busatto, della cantina sociale di Pramaggiore. “In questo periodo riceviamo dai 4 ai 5 quintali di uva bianca e rossa al giorno, che servono per produrre vini come Prosecco, Pinot Grigio e Merlot. “Questo è il vero cuore pulsante dell’area vitivinicola di Pramaggiore, la richiesta di prodotto negli ultimi anni è sempre in aumento. È un orgoglio che ci portiamo dentro”.
In questa piccola realtà del veneziano, qualità e tradizione vanno di pari passo tramandandosi di generazione in generazione. L’Azienda Agricola Pivetta, da fine anni ’60 produce con passione vini d’eccellenza, tra questi: Refosco, Merlot e Cabernet per i rossi, Pinot Grigio, Tai e Chardonnay per i bianchi.
“La lavorazione artigianale porta ad avere un prodotto di nicchia e di alta qualità – spiegano i fratelli Pivetta – Ai nostri vitigni noi parliamo, li ascoltiamo. Usiamo metodi tradizionali, che ci hanno tramandato i nostri nonni e padri, scommettiamo su noi stessi e soprattutto sui nostri rossi D.O.C.”.
Il lavoro ferve nell’area Lison-Pramaggiore. Per l’imbottigliamento bisognerà aspettare ancora un po’, ma la magia della vendemmia resta sempre uguale, come ai tempi della Serenissima Repubblica.