Cresce la preoccupazione nel Veneto per i settori produttivi legati al lusso. La Russia è uno dei paesi che ama maggiormente il Made in Italy e la regione è la terza in Italia per esportazioni sul mercato della Federazione Russa.
Preoccupazione in Veneto: produzioni lavorano a singhiozzo
La terra veneta aveva già perso quasi il 30% dell’Export tra i 2013 e i 2019, poi sono arrivati i due anni terribili della pandemia 2019 e 2020. Una piccola ripresa nel 2021, aveva registrato un aumento delle esportazioni del 24%. E ora l’invasione dell’Ucraina e le sanzioni.
Sono gli artigiani del lusso, dell’abbigliamento, delle scarpe, dei vini di eccellenza ma sopratutto mobili che rischiano di più. Lo denuncia il segretario Veneto della CNA che parla di ordini altalenanti, mancanza di programmazione e grande incertezza di previsione. Si traducono in produzioni che lavorano a singhiozzo e non consentono alle griffe di sostenere le evoluzioni del mercato.
Matteo Ribon, segretario Veneto della CNA
“E’ chiaro che la regione e il governo in questa fase devo poter attivare tutte le forze possibili per sostenere queste filiere. Quello che chiediamo al governo è di ragionare su un ammortizzatore sociale straordinario oppure di potenziare la cassa integrazione per sostenere queste filiere.” ha affermato Matteo Ribon, segretario Veneto della CNA.
Nel settore dell’arredamento va aggiunto che l’impatto è a doppio senso perchè il Nord-Est è il leader del export dei mobili e la Russia è uno de maggiori acquirenti. Ma dalla Russia e Ucraina arriva anche il 30% del legno utilizzato per creare il settore arredo e dunque c’è il rischio che si fermi anche la produzione del mobile destinata ad altri paesi.
“E’ evidente che in questo momento la cosa più difficile da fare è capire qual è l’impatto della situazione internazionale sul tessuto delle piccole imprese. Viviamo un paradosso che è quello che gli ordini non mancano, però non sappiamo come realizzarli. Ci sono le filiere del lusso made in Italy che in questo momento non sono in grado di fare programmazione per la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime per quanto riguarda i costi dell’energia.” ha concluso Matteo Ribon.