Tecnobar&food, l’ evento ospitato dalla Fiera di Padova e che oggi vivrà la sua seconda giornata, dovrà affrontare nuove limitazioni dovute al nuovo incremento di casi da covid-19. Sotto i riflettori il nuovo Dpcm firmato da Conte e Speranza. Quello del food&beverage, è uno dei settori più penalizzati dalle limitazioni introdotte per contenere la diffusione del virus.
Nuovo Dpcm
La posizione del presidente della Fipe Veneto (federazione italiana pubblici esercizi) Erminio Alajmo è la seguente: “Va bene la chiusura alle 24, ma non si possono cambiare continuamente le regole.”
Angelo Donnaloia, presidente nazionale Aibes (associazione italiana barmen e sostenitori) invece commenta così: “Sbagliato ridurre l’orario di apertura, aumenta il rischio di assembramenti.”
Posizioni in realtà differenti all’interno dei professionisti del settore, tanto che Erminio Alajmo, presidente Appe/Fipe Veneto, durante la tavola rotonda di apertura dell’evento, ha definito come un un problema inesistente la chiusura dei ristoranti a mezzanotte.
Queste le parole di Alajmo: “Le dinamiche della ristorazione sono diverse da quelle dei locali serali in genere, per cui per noi la chiusura a mezzanotte ci sta. Quello che invece preoccupa veramente è il continuo cambiamento delle regole che disorienta i ristoratori e i clienti. Questi continui cambiamenti generano panico e disagio.”
Allungamento dell’orario
Posizione opposta quella espressa dal presidente nazionale Aibes, Angelo Donnaloia, secondo il quale: “La limitazione dell’orario finirà con l’incrementare i momenti di assembramento, la soluzione che noi proponiamo è, purtroppo, lontana dalle regole del nuovo dpcm.
Chiediamo un allungamento dell’orario, per permettere di diluire il servizio in un arco temporale più ampio e proporre quindi momenti di aggregazione differenziati. Ovviamente nel rispetto delle regole, in questo momento d’emergenza ogni gestore deve assumersi le proprie responsabilità.”
Il presidente Aibes aggiunge anche che: “Chi sbaglia paga, giusto che ci siano le regole e doveroso rispettarle, ma il Governo non ci chieda di diventare gestori-sceriffi: i controlli spettano a chi è istituzionalmente deputato a farlo, noi facciamo un altro mestiere.”