In questa nuova puntata di Stanno Facendo un 48, Patrizio Baroni tratta la delicata tematica della situazione a Cuba. Stiamo assistendo ad una controrivoluzione? Ad accompagnarci attraverso questo tema ci saranno alcuni testimoni con amici e parenti cubani, con cui si tengono in contatto telefonicamente. La parola al nostro secondo ospite collegato.
Lei che notizie ha da Cuba?
“Prima di tutto volevo ringraziarla per l’opportunità. Questo è molto importante per noi cubani. In questo momento Cuba è distrutta. La polizia sta intervenendo con mano molto dura anche uccidendo diverse persone.
Le squadre speciali dei militari, che sono state appositamente preparate negli anni per reprimere ogni tipo di insurrezione, stanno scendendo nelle strade con l’ordine da parte del presidente Diaz-Canel di reprimere in qualsiasi modo questa protesta. Una protesta nata in forma pacifica.”
Ci arrivano notizie secondo le quali ci sarebbero tra i morti un ragazzo di 13 anni e uno di 16. Diversi i feriti.
L’intervento del presidente Díaz-Canel
Durante la conferenza stampa il presidente Díaz-Canel suonava oramai incerto sulla sicurezza del suo potere e incitava i comunisti a scendere in strada.
Il popolo va sempre ascoltato. Il governo dev’essere eletto dal popolo. Non deve gestire il popolo, ma ha la responsabilità di esprimere e soddisfare le esigenze del popolo, non le proprie o quelle di una casta, sia essa militare, civile, di destra o di sinistra. Questa è la mia personale opinione. Non è ammissibile accettare che nel terzo millennio ci possano essere repressioni alla libertà.
Mi domando se quei militari e quei poliziotti, che sono cittadini cubani se la sentano, avendo delle famiglie cubane, solamente per avere un privilegio in più rispetto agli altri, di fare questo a loro concittadini cubani.