Mose, le vere prove devono ancora arrivare. Dal gennaio 2020 le paratoie dovranno essere testate con venti tre volte più forti e onde quattro volte più alte rispetto alla prova storica di tre giorni fa. Sarà un crescendo di test che si terranno ogni 45 giorni e, alla fine della prossima estate, gli impianti dovrebbero essere pronti. Questo sempre se i lavori partiranno in tempo: in autunno Venezia dovrebbe finalmente poter contare sulla barriera per fermare l’oramai quasi scontata serie di acque alte eccezionali che la investono nel periodo delle piogge.
Prove tecniche del Mose
La prova di lunedì (GUARDA IL VIDEO) è avvenuta in un momento di massimo riposo dell’acqua, con una marea di appena 24 centimetri alle 21 che poi è salita lentamente . La prova che ha riguardato la schiera di Malamocco, la più profonda, è stata comunque giudicata positiva , anche se in quello stesso punto il 12 novembre la marea era a 199 centimetri e il 29 ottobre a 140. L’onda di questo lunedì poi era alta appena un metro e sei contro i tre del 13 novembre e addirittura i sette metri del i 29 ottobre. Enormi anche le differenze riguardanti la forza del vento: lunedì soffiava una Bora da 9 metri al secondo, il 12 novembre la velocità era salita a 25 -27 metri al secondo. Anche il 29 ottobre lo Scirocco era particolarmente forte, soffiando a 16-19 metri al secondo.
Prima necessità la riapertura dei cantieri
Ora si tratta di rimboccarsi le maniche e far ripartire il cantiere, che secondo il presidente di Ance Venezia Giovanni Salmistrari è fermo da un anno. “Il Mose è ormai in dirittura d’arrivo” spiega il presidente. “Le opere civili sono concluse, mancano quelle elettromeccaniche e un po’ di compressorie prove collaudo”. Il timore, adesso, riguarda le aziende locali e il fatto che ci si limiti ai lavori per l’innalzamento delle paratoie, senza contare anche tutti i lavori complementari.