Le costanti attività di contrasto al traffico illecito di stupefacenti svolta dalla Polizia di Stato, hanno condotto ad importanti risultati investigativi. L’arresto del pusher tunisino T.O. si inserisce in un più ampio contesto di azioni contro lo spaccio iniziate nell’estate del 2020.
La rete di spaccio dei pusher
Il pusher T.O. è risultato essere un sostituto di B.A., sempre di nazionalità tunisina, che nella precedente operazione era stato condotto in carcere e successivamente, ad ottobre, posto ai domiciliari. Con l’arresto di T.O. gli agenti del Commissariato hanno potuto constatare che a tirare le fila dell’attività illecita era ancora B.A. Nonostante fosse agli arresti domiciliari. Gli acquirenti continuavano a rivolgersi a lui per avere la sostanza stupefacente e lui, ristretto a casa, li dirottava verso T.O..
L’attività di smart working del pusher
Una sorta di “smart – working” anche per il pusher che, bloccato a casa per una “quarantena” decisamente sui generis, gestiva l’attività organizzando gli appuntamenti e le cessioni di sostanze stupefacenti. È quindi immediatamente stata disposta la sostituzione degli arresti domiciliari con la misura più afflittiva. Per B.A. si sono nuovamente aperte le porte del carcere. L’operazione in questione ha quindi consentito di sgominare un giro di spaccio per oltre due kg di eroina al mese.
Arrestato inoltre un 50enne per furto
Negli stessi giorni ma in un diverso contesto investigativo, si incardina l’esecuzione dell’ordine di carcerazione emesso nei confronti del veneziano S. M., classe ’70, il quale era destinatario di un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti per un totale di 1 anno e 6 mesi di reclusione perché responsabile di furto e violazione delle disposizioni contenute nell’avviso orale emesso dal Questore nei suoi confronti. Anche in questo caso l’attività investigativa degli agenti del Commissariato ha prodotto i suoi frutti e ha consentito di rintracciare il soggetto, che quindi è stato condotto in carcere.