Te artisti dialogano tra loro componendo un inedito paesaggio dall’aspetto completamente trasfigurato. È il progetto “un’evidenza scientifica” voluto dalla Fondazione Querini Stampalia e che mette insieme Andrea Zanzotto, Giuseppe Caccavale e Luigi Ghirri. GUARDA ANCHE: Querini Stampalia: l’orizzonte infinito di Giovanni Biasin
La mostra alla Querini Stampalia
Si tratta di un progetto – a cura di Chiara Bertola e Andrea Cortellessa e promosso dalla Fondazione Querini Stampalia e dalla Città di Pieve di Soligo in collaborazione con la Famiglia Zanzotto in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita di Andrea Zanzotto, scomparso 10 anni fa.
La mostra mette a confronto fotografia, pittura e poesia aprendo una nuova occasione di valorizzazione tra i linguaggi dell’arte.
Al centro della sala, su un grande tavolo – come un’isola di documenti e immagini – sono composte le fotografie di Luigi Ghirri.
Insieme a queste, alcuni autografi e ceramiche di Andrea Zanzotto e alcuni disegni di Giuseppe Caccavale che, per l’occasione, ha creato una grandiosa installazione a parete nel Portego antico della Biblioteca della Querini Stampalia: il “Murale di carta”, un immenso e arioso acquerello che riveste le pareti della grande sala. Il risultato è un inedito paesaggio variegato e ultramondano in cui l’artista combina figure, disegni, colori e parole.
Il fondo Luigi Ghirri
Il Fondo di fotografie di Luigi Ghirri alla Fondazione Querini Stampalia nasce nel 2015 dal deposito, da parte del collezionista Roberto Lombardi, di una trentina di fotografie appartenenti quasi interamente al ciclo del Profilo delle nuvole.
Sono scatti fotografici che ritraggono il paesaggio della pianura padana tra Veneto, Emilia e Lombardia, attraverso la grande sensibilità di Ghirri.
Da allora il Fondo Luigi Ghirri è oggetto di un lavoro di conservazione, indagine e valorizzazione che attraverso l’attività espositiva, seminariale ed editoriale si propone di individuare nuovi percorsi di approfondimento e di ricerca, a partire dal raffronto tra gli scatti del maestro emiliano con diversi linguaggi e tecniche artistiche.
Le parole della curatrice Chiara Bertola
Entusiasta di portare avanti questa iniziativa, Chiara Bertola ci riferisce: “Questo è il terzo atto delle iniziative promosse dal fondo. In genere quello che si mette assieme sono il confronto dei vari linguaggi dell’arte contemporanea e il mondo i Luigi Ghirri”.
“Se il filo che lega che unisce gli eventi del fondo è il paesaggio – continua, in questo caso i tre autori hanno costruito insieme un paesaggio di colori e poesia che richiama anche i grandi artisti veneti, come Giorgione. Non solo, però, un paesaggio veneto, ma più in generale un paesaggio padano, legato a quello che è il mondo di Luigi Ghirri”.