Religione e scienza a Venezia

La Repubblica di Venezia ha fronteggiato le epidemie con leggi sagge e ha eretto cattedrali come segno di fede e speranza, lasciando un'impronta indelebile nella storia

Nella puntata di “Venezia Cambia”, abbiamo come ospite il dottor Aristide Salvatici, medico storico con una curriculum di esperienze molto vasto. È intervenuto per spiegare come Venezia, durante la peste e nei momenti in cui la scienza è venuta a mancare, si è aggrappata alla fede, erigendo sontuose cattedrali e testimoniando la forza della religione.

Quando non c’è la scienza, subentra la speranza in qualcosa

La Repubblica di Venezia ha affrontato con saggezza e rigore la devastante le epidemie di peste che colpirono la città tra il 1300 e il 1600. Tuttavia, oltre a implementare leggi preventive, si è impegnata nell’erigere imponenti cattedrali cristiane, come la Madonna della Salute, ancora oggi luoghi di devozione per i fedeli.

Aristide Salvatici ci spiega il perchè: “Una volta che la medicina falliva, non restava che credere in qualcosa. Quindi, rifacendoci a Giovanni Boccaccio che già nel 1300 aveva definito la peste come “l’ira di Dio”, l’unica speranza era la religione, il credere e la preghiera.”

La religione è portatrice di opere d’arte

Aristide Salvatici prosegue: “Alla fine delle due pesti, per ringraziare questa avvenuta guarigione, quindi questo intervento della Provvidenza per salvare l’umanità e Venezia in particolare, nascono le chiese molto importanti.”

“La Salute, opera di Baldassarre Longhena molto imponente, e la Chiesa della Giudecca del Redentore, del Palladio prima e finita da Antonio da Ponte. Due opere molto importanti, che la superstizione religiosa ha portato Venezia a creare. Sono due opere di una bellezza unica e di una testimonianza nei secoli di estremo valore.”

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