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Omicidio Moro: “la violenza armata inizia con le parole”

Viene ricordato il quarantacinquesimo anniversario dall'uccisione dell'ex politico. Il punto di Renzo Mazzaro.

“Questa settimana tutti hanno ricordato l’assassinio di Aldo Moro, che fu rapito il 16 marzo 1978 dalle brigate rosse che fu alquanto sanguinoso in cui furono uccisi 5 uomini della sua scorta. Fu fatto prigioniero per 54 giorni ed interrogato in una specie di tribunale del popolo. Poi fu ucciso e fatto trovare cadavere dentro un auto abbandonata nel centro di Roma.

Cosa rappresenta l’assassinio di Moro

L’assassinio di Aldo Moro è stato il momento più tragico degli anni di piombo che ha segnato l’apice della potenza di fuoco delle brigate rosse. Al tempo stesso è il momento del loro declino perchè dopo l’assassinio di Moro, niente è stato più uguale.

Moro era il Presidente della Democrazia cristiana, partito egemone ed era il più grande partito del dopo guerra e quindi, il partito di governo dalla fine della guerra. Ma la capacità di tenuta della Democrazia cristiana non era più sufficiente. Bisognava trovare sostegni esterni e Moro era stato l’ideatore del centro sinistra cioè dell’apertura ai socialisti e pensava ad un governo di solidarietà nazionale con i comunisti, il così detto compromesso storico.

Contesto storico

Ricordiamo che all’epoca, l’Italia era inserita nel blocco occidentale con riferimento agli Stati Uniti, ma aveva nel tempo stesso il più grande partito comunista dell’area occidentale che invece, si rapportava con l’Unione Sovietica e quindi con il blocco orientale. Motivo per il quale un’apertura di governo ai comunisti in Italia, non poteva stare bene alla segreteria di Stato americana.

Tant’è vero che Moro viene pesantemente e personalmente diffidato dal procedere su questa linea durante un viaggio a New York dal ministro degli esteri. Particolare che viene raccontato dalla vedova Moro alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta nel 1982,

Cosa sappiamo oggi

Noi,oggi, sappiamo anche grazie ai documenti segreti trafugati da Wiky Nix, l’americana, che le B. R. erano infiltrate dalla C.I.A.  Motivo per il quale l’assassinio di Moro fatto dalle brigate rosse non stava tanto male nemmeno ai servizi segreti americani. Sulla vicenda di Moro ci sono stati ben 5 processi, ci sono aspetti che restano ancora da esplorare e probabilmente non lo saranno mai.

Una cosa però è chiara e cioè che la lotta armata come sistema di cambiamento politico è stata rifiutata ed espulsa dal corpo sociale italiano e le brigate rosse non sono state nemmeno più i compagni che sbagliano, come li consideravano una parte estrema del partito comunista.

Cosa è cambiato oggi

Tante cose sono cambiate però questo è un insegnamento che ci è stato ricordato dal Presidente Mattarella nella recente commemorazione dell’assassinio di Moro. Io nel mio piccolo, aggiungerei una cosa che la violenza non comincia con le armi. La violenza comincia molto prima. Ricordiamoci il vecchio detto, i proverbi hanno sempre ragione “La lingua è amata di più della spada”.

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