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Renzo Mazzaro: doping, farmaci e conseguenze a lungo termine

Dalla morte prematura di Gianluca Vialli al caso Dino Baggio. Mazzaro ripercorre le riflessioni che si stanno facendo negli ultimi tempi sulle conseguenze dei farmaci, dopanti e non.

Renzo Mazzaro questa settimana fa una riflessione sulla recente scomparsa del calciatore Gianluca Vialli, riportando alla luce il caso Dino Baggio e le discussioni sull’uso di farmaci dopanti. “La recente morte di Gianluca Vialli – dice Mazzaro – ha destato grande emozione in Italia, anche se il calciatore ormai viveva in Inghilterra ma evidentemente aveva lasciato qui un segno potente.

Recente scomparsa di due grandi calciatori

Emozione ha destato anche la morte di un altro calciatore poco prima di Vialli, Siniša Mihajlović, anche lui morto prematuramente a 52 anni per una leucemia. Vialli è invece morto a 58 anni per un tumore al pancreas.

L’uso massiccio di farmaci negli anni 90

Questi giocatori militavano  nelle squadre di calcio negli anni 90 quando negli spogliatoi c’era un uso massiccio di farmaci per migliorare le prestazioni. Attenzione, non era doping, non erano farmaci non regolari ma erano consentiti all’epoca. Però, con l’evoluzione delle conoscenze con il tempo si è capito che era meglio non adoperarli e anzi oggi sono vietati.

Il caso dell’ex calciatore Dino Baggio

Dino Baggio, atleta veneto che giocava in questi anni, che intervistato dal Corriere del Veneto si chiede se ci fosse un nesso tra l’uso massiccio di questi farmaci e le morti premature fra gli atleti che vediamo oggi. Dice inoltre che ci dovrebbe essere più ricerca sulle conseguenze dei farmaci che prendevano.

Chi può dare una risposta a questa domanda? Nel tentativo di farlo il Corriere del Veneto intervista un medico di Treviso che si chiama Dino Munarolo e che ha lavorato per diverse società di calcio. Il medico tende a sdrammatizzare: dice di aver visto che in generale fra la popolazione sono aumentate le forme tumorali, e che quindi non ne avrebbe fatto un caso particolare.

L’intervistatore, però, obietta che c’è una ricerca dell’Istituto Mario Negri di Milano, fatta fra atleti che hanno giocato nelle serie maggiori dagli anni 60 al 2000, che dimostra che la percentuale di SLA fra questi atleti è superiore rispetto al resto della popolazione.

Il medico risponde che anche in questo caso non è stata fatta un’analisi e niente si sa sulle cause. Cita anche i colpi di testa che possono provocare micro traumi. Anche questo medico dice che non è stata fatta sufficiente ricerca sulle conseguenze di questi farmaci.

Non solo i farmaci dopanti dovrebbero destare la nostra attenzione

Questa domanda penso che valga anche per tutti noi non atleti che andiamo a comprare i farmaci sul bisogno creato dalle case farmaceutiche. Le quali lanciano il farmaco con una pubblicità massiccia creando il bisogno, così uno va in farmacia e si prende il farmaco. Che conseguenze avrà alla lunga questo farmaco?”

Mazzaro conclude: “La logica delle case farmaceutiche mi sembra che sia di intascarsi i soldi e poi, sulle conseguenze, chi vivrà vedrà”.

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