Anche in questi momenti difficili non si deve dimenticare di difendere l’ambiente in cui viviamo. Il punto di Renzo Mazzaro
“E’ in corso a Padova la Fiera delle Parole: una rassegna dal nome fortunato arrivata quest’anno alla 14ª edizione. Dura una settimana e finirà domenica prossima. Sono incontri con personaggi famosi e anche meno noti che si occupano di letteratura, cinema, teatro, musica, arti varie, scienza dunque persone che mettono a disposizione del pubblico le loro conoscenze e le loro esperienze. Le parole sono quelle che fanno comunità, sono quelle che ci emozionano, che ci turbano, che ci convincono, che incidono nei nostri comportamenti perché ci possono far cambiare idea, quindi hanno a che fare direttamente con la nostra vita” ha detto Renzo Mazzaro.
Le attività di cava degli anni ’60
In uno di questi incontri, forse minore, è stato presentato un libro sui colli Euganei nei cinquant’anni dalla legge Romanato-Fracanzani che bloccò l’attività di cava che si stava mangiucchiando, anzi, che stava proprio azzerando i colli. Fu una legge molto importante anche se l’attività di cava dai colli non era una cosa recente, c’è sempre stata, scavavano la trachite gli antichi romani per le loro strade e non parliamo della Repubblica Veneta: Venezia è lastricata di masegni.
I masegni sono il marmo che è stato portato dai Colli Euganei. Però negli ultimi anni, dalla fine della guerra agli anni 70 quando viene bloccata l’attività di cava, il materiale scavato era superiore in una ventina d’anni dei 25 secoli precedenti.
L’intervento e l’opposizione di Renzo Mazzaro
Bisognava per forza intervenire, non fu facile perchè il Veneto di fine anni ’60 e primi anni ’70 era il Veneto che stava venendo fuori dalla povertà e quindi bloccare un’attività redditizia come quella delle cave significava non avere più stipendi in casa e dunque ci fu un’opposizione feroce.
Mi ricordo che all’epoca ero alle prime armi, e intervistai il sindaco di Monselice il quale mi disse: “Caro mio, le persone prima mangiano, dopo guardano i colli se ne hanno voglia”. Questa era l’idea del paesaggio e dell’ambiente che avevano i nostri amministratori all’epoca.
Le prime tutele e i parchi
Molte cose sono cambiate e sui Colli Euganei è nato un parco nel 1989, di tutela più rigorosa. L’anno prima nell’88 era nato il Parco del Delta del Po’. Negli anni successivi in breve tempo nacquero il Parco del Sile e quello dei Monti della Lessinia, però non siamo andati più in là.
Il Veneto ha 4 parchi, bisognerebbe aggiungere il parco delle Dolomiti Bellunesi, ma quello è anche un parco nazionale. Contro, guardate in Lombardia, ce ne sono 24 parchi regionali e in Emilia-Romagna 14. E come sono gestiti questi parchi? Il discorso sarebbe lunghissimo e lo faccio brevissimo: male.
Migliorare la gestione dei parchi
Bisognerebbe che noi fossimo interessati a incalzare questi amministratori. Io vi invito a informarvi direttamente. Stiamo col fiato sul collo a questi amministratori e alla regione Veneto che è, alla fine, responsabile perchè si è presa l’onere di nominare i dirigenti di questi parchi. Stiamo col fiato sul collo, dimostriamo che siamo anche noi interessati alla gestione dell’ambiente e non la deleghiamo facilmente. Ricordiamoci che la terra, l’ambiente, sarà l’unica ricchezza che lasceremo ai nostri figli.
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