Renzo Mazzaro: questa settimana i giornali hanno parlato a lungo dei risultati delle elezioni amministrative e dei ballottaggi. Senza entrare nei particolari, nel Veneto le novità sono due.
Renzo Mazzaro, a Verona vince il centrosinistra
“La prima riguarda la città di Verona, una città tradizionalmente di destra. Se questo orientamento prevale nel Veneto, a maggior ragione più fortemente a Verona. Per ragioni storiche. Bisognerebbe tornare alla Repubblica di Salò e al fatto che questa città è passata dal fascismo alla repubblica nata dalla Resistenza. Senza fare i conti con il suo passato, con la stessa classe dirigente. Il discorso che faccio è lungo, ma serve per spiegare che questa città ha sempre avuto amministrazioni di centro destra. Tranne un solo caso, vent’anni fa.
Quindi fa notizia che abbia vinto il candidato di Centro-Sinistra che è un ex giocatore di Serie A, come sappiamo. Si chiama Damiano Tommasi. Ma la cosa bella è che l’ha fatto, e questo è un fatto positivo che va al di sopra delle parti, con discorsi in positivo. Senza denigrare gli avversari, che è un fatto che non succede abitualmente.
La seconda cosa bella è è stato attorniato e ha fatto leva sui giovani, ottenendone l’appoggio. Anche questo è molto bello, in un momento in cui l’affezione al voto e l’affluenza al voto è veramente scarsa” ha detto Renzo Mazzaro.
Luca Zaia sullo scenario nazionale
“La seconda novità nel Veneto riguarda invece il partito di maggioranza, cioè la Lega, che sarebbe la maggioranza assoluta se guardiamo i risultati che ha avuto Luca Zaia nel 2020. In questo giro, la Lega non è andata bene. C’è molta polemica dentro a questo partito. I leghisti veneti mettono sotto accusa il segretario Salvini, che come sappiamo ha cambiato il partito. Da partito territoriale lo ha fatto diventare partito nazionale, ma i risultati non sono per niente soddisfacenti per i veneti. I quali guardano a Luca Zaia.
Luca Zaia però tace. Lui di sé ha sempre detto “io faccio l’amministratore e non il politico”. Ora, se il presidente me lo consente, questa giustificazione non vale, perchè lui non fa l’amministratore di condominio. Lui fa l’amministratore del Veneto e questo è esattamente fare politica.
Per quanto vale quello che penso io, questo silenzio non potrà durare. Anche perchè nel 2025 scadrà il terzo mandato del presidente Zaia nel Veneto. Avrebbe dovuto essere il secondo, invece è già il terzo. Dopo lui avrà di fronte un’alternativa: scomparire o restare in politica. Per uno che è vissuto facendo politica e non l’amministratore di condominio. Perchè ha amministrato prima la provincia di Treviso, che non è un condominio. Poi è stato ministro quindi ha amministrato il paese dal Governo di Roma, poi la Regione Veneto.
Sarà obbligato a fare una scelta che forse lo porterà sullo scenario nazionale. Questo non è per niente negativo in quanto sarebbe il ritorno, sullo scenario nazionale, di una classe dirigente veneta che fino ad ora è mancata” ha concluso Renzo Mazzaro.