Per la città, per i veneziani. Per il personale medico-sanitario che ha combattuto e sta ancora combattendo nel contrastare l’emergenza sanitaria e salvare quante più vite possibile. E anche per coloro che hanno dimostrato un sincero attaccamento nei confronti del Teatro: è per tutti loro che la Fenice, finalmente, ha riaperto, con una serie di concerti ‘simbolo’ di una nuova ripartenza.
La Fenice
L’attività artistica della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia ha ricominciato domenica 5 luglio 2020 con un concerto degli ottoni dell’Orchestra e gli artisti del Coro del Teatro La Fenice istruiti da Claudio Marino Moretti. Sono stati i fiati della celeberrima Fanfare for the Common Man di Aaron Copland a inaugurare la serata, un brano scelto accuratamente per i suoi significati simbolici: nacque infatti in piena seconda guerra mondiale, nel 1942, come solenne composizione per ottoni e percussioni in onore di quell’‘uomo comune’, una sorta di un milite ignoto, di fronte al quale l’artista non può che inchinarsi. E l’uomo comune stavolta, per la Fenice, è proprio il medico, l’infermiere, l’operatore sanitario, tutto il personale medico-sanitario che durante le fasi più acute dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, così come oggi che la curva del contagio sembra attenuarsi, lotta in prima linea ‘semplicemente’ non smettendo di svolgere i compiti del proprio lavoro quotidiano. In rappresentanza di tutta la categoria, una delegazione di personale sanitario della nostra Regione sarà presente in sala.
Lo spettacolo si è svolto in una Sala rinnovata, con un’installazione semipermanente, un piano inclinato, che ha coperto la buca dell’orchestra rialzandola e collegandola al palcoscenico, dove sono stati ricavati posti a sedere a debita distanza l’uno dall’altro.