I Carabinieri della Tenenza di Mira hanno svelato e posto fine ad un ricatto, che durava da alcune settimane, ai danni di un giovanissimo residente, arrestando un ragazzo appena 18nne, P.E., nato a Cuba ma residente da tempo a Mira, che aveva posto ai suoi danni una vera e propria estorsione condita con rapina e lesioni personali e trovandolo anche in possesso di Marijuana pronta allo spaccio. Faceva parte di una baby gang.
L’indagine
L’attività d’indagine, intrapresa dai militari qualche settimana fa, ha permesso di stroncare l’attività del giovane che, per motivi legati proprio ad un debito per l’acquisto dello stupefacente, aveva avanzato, accompagnandole con ripetuti episodi di intimidazioni, percosse e minacce, continue richieste di denaro al ragazzino.
I Carabinieri hanno accertato i fatti che hanno consentito di individuare con certezza l’estorsore, che era passato da poche centinaia di euro fino ad arrivare alla rapina del portafogli condita con percosse.
Baby gang
Il giovane pur essendo appena maggiorenne è già ben noto alle Forze dell’Ordine anche di fuori provincia poiché riconosciuto come componente attivo della cosiddetta “baby gang” assurta agli “onori” delle cronache nei mesi passati per le scorribande sia in centro città a Venezia che nella terraferma per continui atti di prevaricazione – specie sulle fasce più deboli della società – risse e per piccoli episodi di spaccio. A tale ultimo proposito il “nostro” è stato segnalato come soggetto attivo di spaccio anche nel trevigiano, nella zona di Castelfranco Veneto, come autore insieme ad altri poi denunciati dagli stessi Carabinieri di Mira del lancio di sassi dal cavalcavia oltre a furti vari.
Considerato lo spessore criminale, è stato attivato un dispositivo di pedinamento a distanza ravvicinata, al fine di garantire l’incolumità fisica del ricattato, fino all’appuntamento per la consegna di 30 euro quale ennesima “tranche” dell’estorsione.
All’incontro, ovviamente, erano presenti anche i Carabinieri a garantire l’adeguata cornice di sicurezza e verificare i fatti; all’arrivo dell’aguzzino, dopo qualche attimo necessario per gli opportuni contatti e per consentire l’effettiva consegna del denaro è scattato il controllo, con il fermo del ragazzo, bloccato con “le mani nel sacco” subito dopo aver ritirato il denaro.
Botte e ricatti
Lo sfondo della vicenda è quella di un perverso e violento ricatto, fatto di botte, intimidazioni e minacce. La vittima era stata infatti più volte picchiata e riceveva quotidianamente minacce. L’arrestato aveva sottratto con la forza anche il portafogli e le chiavi di casa al giovane e proprio la minaccia di non restituirglieli aveva fatto da leva per le richieste di danaro, accompagnate anche con le botte.
La perquisizione
La perquisizione a casa del fermato ha fatto saltare fuori anche alcuni grammi di Marijuana, evidentemente il resto di una partita di micro spaccio attiva in zona, nonché la refurtiva sottratta alla vittima e già restituita dai Carabinieri.
Per il giovane si aprivano quindi le porte del carcere con le gravi accuse di estorsione, rapina, lesioni personali dolose e possesso ai fini di spaccio di stupefacente.