Nella terza puntata di “Stanno facendo un 48”, trasmissione condotta da Patrizio Baroni, parliamo di come la pandemia abbia colpito l’economia e le imprese locali. Abbiamo intervistato l’ingegnere Riccardo Borghetto, fondatore e dirigente di Lisaservizi srl, società che si occupa di sicurezza sul lavoro. Rodrigo Basilicati Cardin, presidente della Maison Pierre Cardin ci parla del futuro della casa di moda.
La situazione è migliorata in fatto di sicurezza
“Il 96% delle aziende in Italia sono micro-aziende sotto i 10 dipendenti, queste in termini di sicurezza fanno il minimo strettamente indispensabile. Anche nel caso di piccole e micro aziende le attività di tipo formativo e l’addestramento su situazioni pericolose hanno innalzato il livello di sicurezza. Se vogliamo parlare di cultura di sicurezza dobbiamo rivolgerci alle aziende medio-grandi”.
“La situazione è migliorata negli ultimi dieci anni – spiega Riccardo Borghetto – per vari fattori. Il primo è generazionale, le generazioni più giovani sono più sensibili alla sicurezza rispetto ai loro genitori. Poi c’è la maggior professionalità degli operatori, gli RSVP, gli esperti di sicurezza e infine la disponibilità di informazioni. Oggi con internet, libri e video c’è moltissimo materiale e ci si può formare meglio”.
La burocrazia italiana
“Spesso l’attenzione va su specifici adempimenti che secondo me sono poco utili. Questo deriva dal fatto che l’Italia, più che essere fondata sul lavoro, è fondata sulla burocrazia e non tanto sull’efficienza dei processi. Ciò purtroppo riguarda anche la sicurezza.
È un peccato perché a livello internazionale sono disponibili da decenni degli specifici protocolli di tipo comportamentale, per modificare i comportamenti dei lavoratori per fare sicurezza. Questi protocolli sono molto efficaci e molte aziende li applicano” spiega il dirigente di Lisaservizi.
Le misure anti-contagio
“Le misure Covid sono state sufficienti, anche se ci sono delle eccezioni. Le aziende in genere sono molto attente alle misure anti-contagio. Anche perché in caso ci sia un lavoratore positivo a causa del contact tracing rischiano di avere interi reparti produttivi chiusi, e significa perdere business.
Più le aziende sono strutturate, meglio applicano i protocolli anti-covid. La maggior parte sono di natura comportamentale, igiene delle mani e mascherina. Quindi emergono delle difficoltà se le aziende non dispongono di strumenti organizzativi per avere un comportamento adeguato.
Le aziende sono sicure
“Le statistiche degli infortuni delle aziende derivate da covid, escluso il settore ad alto rischio, ovvero ospedali e case di riposo, mostrano che sono pochissimi i casi di infezione da covid, e sono prevalentemente importati dalla famiglia o da altri contesti. La prevenzione nelle aziende è migliore rispetto a quella che facciamo a casa nostra.
Nell’azienda c’è una gerarchia, ci sono delle responsabilità, delle specifiche funzioni che si occupano del covid, come il covid manager, istituito in Veneto. Ci sono specifici adempimenti, come il protocollo anti-contagio, l’obbligo di confrontarsi con i sindacati e moltissimi altri.
Nelle aziende sono stati fatti molti controlli da parte degli organi di vigilanza, e le aziende sanzionate sono state pochissime, il che significa che hanno operato bene” ha concluso il dirigente Riccardo Borghetto.
Rodrigo Basilicati Cardin parla del futuro della Maison
“Manterrò i princìpi che trovo senza età, princìpi che mio zio aveva lanciato e che possono continuare perché sono forieri di novità e innovazione. Lui ha sempre cercato l’avanguardia, ed è ciò che lo ha reso famoso e ricercato da tutto il mondo.
Ha affrontato fin da subito il tema della popolarizzazione della moda, del design, per renderlo disponibile, fruibile da tutti, questo è un altro principio da mantenere. La creatività è in cima a tutto, e poi ci vuole il coraggio nelle scelte.
Siamo veneti, diciamo sempre sì ad ogni proposta e ogni idea, è un buon principio da seguire per me” ha concluso il neo-presidente Rodrigo Basilicati Cardin. GUARDA ANCHE: Pierre Cardin: il primo a credere nella potenza cinese