Siamo in collegamento con Riccardo Calimani. Un esponente conosciuto, famoso a livello nazionale e non solo nella comunità ebraica. Ha avuto anche incarichi molto importanti. Al momento fa il nonno, ma rimane uno storico. A Venezia è molto noto, anche perchè ci risiede con la sua famiglia da 500 anni. Di cose da raccontare quindi ne ha parecchie. Anche sulla Shoah, che ha vissuto sulla sua pelle attraverso i suoi nonni e i suoi genitori. Ha scritto un libro che si chiama “Come foglie al vento”. L’ha fatto perchè storico e perchè voleva raccontare qualcosa ai suoi nipotini. Purtroppo non è qualcosa di bello da ricordare, ma qualcosa di brutto che deve essere ricordato. “Come foglie al vento” edizione Mondadori. Grazie Riccardo Calimani di questo collegamento. Ci racconti tutto.
“Io sono nato 9 mesi dopo il 25 aprile del 1945. Mio padre e mia madre hanno vissuto dal ’38 al ’45, tutta la loro giovinezz; prima sotto il fascismo fino alla sua caduta. Poi è andata ancora peggio; perchè con l’8 settembre sono arrivate le truppe naziste in Italia. E i miei hanno deciso di sposarsi il 16 settembre del ’43 per scappare insieme. Quel giorno, mentre stavano sposandosi, hanno saputo del suicidio del Presidente della Comunità Ebraica di allora; un celebre medico. Non a caso gli hanno intitolato il padiglione dell’ospedale civile qui a Venezia. Lui era il Professor Iona.
Da quel momento hanno tentato inizialmente di andare in Svizzera, non ci sono riusciti. Alla frontiera hanno arrestato il vecchio rabbino Tolenghi. È stato riportato a Venezia in un primo momento, poi finito nei campi di sterminio. Poi hanno avuto la fortuna di andare in Alpago. L’Alpago è una zona montagnosa fra Cortina e Venezia. Ha una caratteristica. Ha un’entrata in una vasta valle. Questo faceva si di avere un’enclave, non dico protetta, ma comunque difficile da conquistare. Insomma, si sono salvati. Questa storia non è solo il tributo alla memoria di ieri; ma è anche perchè il mondo moderno, e ricco di insidie, ho voluto mandare un messaggio ai miei nipoti di vigilanza per la libertà. ”
Parlando di Iona. È importante secondo me contestualizzare l’accaduto. Lui si è suicidato all’epoca, quando ancora non si sapeva quello che succedeva nei campi di sterminio. Si sapeva degli arresti, perchè erano state promulgate le leggi razziali; Iona si è suicidato perchè aveva intuito. Gli avevano chiesto una lista degli ebrei veneziani, e aveva intuito che avrebbe decretato la morte in qualche modo delle persone della lista.
“Certo. Perchè come dico, i miei non sapevano e non capivano fino all’ultimo momento. Erano appunto foglie al vento. Iona era un uomo inteligente, che evidentemente aveva ascoltato quello che stava accadendo. Ed era ragionevolmente informato. Anche se quello che è successo è aldilà di ogni immaginazione; ancora oggi ci si interroga sul perchè di tanta violenza, tanta voglia di assassinare bambini, donne, persone indifese. Oggetto di un odio incredibile.”
Questa è la cosa più interessante. Secondo me non si va da nessuna parte, se si continua tutti gli anni a ricordare e condannare questo momento terribile; e non si va alle ragioni, ai motivi. Voi per secoli avete subito le persecuzioni. Perchè c’è ancora questo antisemitismo? Cos’è che scatta quando entrate in un certo tipo di cultura?
“Il problema è complesso. L’antisemitismo è un fatto abbastanza recente. La parola ‘semita’ nasce con connotazione linguistica alla fine del 1700. La parola ‘antisemita’ nasce alla fine del 1800; e fu un giornalista austriaco ad inventarla. Che cosa c’era prima per i primi 17 secoli? Prima c’era l’antigiudaismo. L’antigiudaismo è il frutto di una concorrenza fra ebrei e cristiani che nasce quando il mondo cristiano decide che Gesù sia il Cristo e il Messia.
E gli ebrei non lo riconoscono come tale. Io ho scritto “Un Gesù ebreo”, dove spiego che i vangeli sono documenti ebraici; e dove racconto che in fondo fu Paolo a creare gli inizi di una divisione. Poi nei secoli ci fu la discriminazione nei confronti degli ebrei. Ma se un ebreo si convertiva, era accolto a braccia aperte dalla Chiesa” ha detto Riccardo Calimani.
Erano anche secoli bui per un certo verso. Non eravate gli unici ad essere perseguitati. C’erano gli eretici, gli atei. Non parliamo poi della caccia alle streghe. Ci sono state persecuzioni di vari gruppi, che non si omologavano con la religione cristiana. Quello che stupisce, è che dopo che si sono superate queste cose, anche con le leggi, la Costituzione, perchè c’è questa contrapposizione?
“Perchè la minoranza è perturbante. Era perturbante in quanto contestava la figura di Gesù e la sua divinità. E poi perchè le minoranze sono sempre oggetto di attenzioni da parte delle maggioranze. La moderna genetica, ha spiegato in maniera inequivocabile, che la razza non esiste. Tra un bianco, un nero, un giallo, non c’è nessuna differenza genetica. Quello che è rimasto invece è il veleno del razzismo. Oggi possiamo dire con grande decisione che oggi la razza non esiste ma esiste il germe del razzismo. Il fenomeno del razzismo è un miscuglio di tante componenti. Nel caso della seconda guerra mondiale, noi dobbiamo ricordare una cosa. Non soltanto sono state vittime gli ebrei. Ma anche un milione di zingari.
E quindi quando la domanda è ‘Ma quindi questo sterminio ha una particolarità o unicità’ si possono dare due risposte complementari. Fu uno sterminio unico per l’organizzazione razionale e per la bestialità e violenza che l’ha caratterizzata. Ma fu inserito in un quadro di morte e distruzione che portò in Europa una guerra che portò a milioni di esseri umani che sono stati travolti. 6.000.000 di ebrei e 15.000.000 di vittime civili e militari. E quindi si capisce come il quadro d’insieme ampliandolo e mettendo in evidenza questa terribile cosa. Il totalitarismo, il fascismo, le dittature, sono pericolose. Sono delle fughe in avanti.”
“Le vorrei fare un esempio di attualità. Perchè in questo momento al confine con l’Ucraina ci sono oltre 100.000 soldati russi? È del tutto evidente che creando queste tensioni il capo della Russia cerca di sviare probabilmente problemi interni. Quindi tutti molto complicato. Difficile anche comprensibile. A volte mi interrogo sulle risposte ultime. Possiamo dare delle risposte parziali. E naturalmente lei ha ragione. Ricordare ogni anno questa cosa può diventare una ritualità vuota; è essenziale però riempirla di sentimenti autentici. In questo periodo ci sono tante e tali manifestazioni. E uno si domanda se sono spettacolo o qualcosa di più. È molto difficile gestire situazioni così complesse e drammatiche.
Bisogna però continuare a porsi delle domande; e il libro che ho fatto io l’ho fatto per testimonianza per i miei nipoti, per dire ‘cosa vi possono insegnare questi avvenimenti passati?’. Che bisogna essere sempre vigili. Bisogna capire che la libertà sociale e personale non è una cosa scontata, ma un bene prezioso da tutelare e proteggere. Contro ogni sopruso e contro ogni angheria. I pericoli non sono mai sconfitti una volta per tutte. Bisogna vigilare e non avere paura” ha detto Riccardo Calimani.
Bisogna farsi delle domande. Gli ebrei sono un punto di partenza. Inizialmente la persecuzione agli ebrei nasce anche da un’esigenza economica. La Germania stava uscendo dalla Repubblica di Weimar. Stava vivendo una grande depressione economica, e gli ebrei erano i più ricchi. Anche questo è legato alla persecuzione. Dagli ebrei poi si è iniziato a parlare di razza pura e si è deviati verso tutto un mondo; perchè non solo gli zingari, ma anche gli omosessuali. Sono state violate tutta una serie di diritti legati proprio alla sessualità nei campi di sterminio.
“Le faccio io una domanda. Quanti sono oggi gli ebrei italiani? È una domanda che spesso faccio e che spesso chi risponde sbaglia. Sbagli anche lei.”
Non lo so. Per me sono tutti italiani.
“Certo che sono tutti italiani.”
Non so quanti siano. Immagino ne siano scomparsi parecchi comunque.
“Appunto. E quanti erano durante il fascismo?”
Eh molti di più. Non ne ho idea.
“Lo chiesi una volta al Presidente della RAI. Lui mi rispose ‘un milione’. E io gli dissi ‘Ma scherzi?’. Lui mi rispose ‘Ma i negozi del centro di Roma hanno tutti nomi ebraici’. Poi io gli dissi ‘ Si certo, vicino al ghetto ci sono 100-200 negozi gestiti da ebrei. Ma durante il fascismo, e Mussolini lo sapeva bene, gli ebrei italiani erano in tutto 40.000. Oggi gli ebrei italiani sono 22.000.”
Pochissimi
“Capisce. Perchè allora questa evidenza. Le rispondo con un paradosso, un esempio. Se lei vede 1.000 palline nere e una bianca, lei vede palline bianche e nere. Come a dire che la minoranza è sovraesposta e sovrastimata. Lei ha fatto un’affermazione dicendo ‘In Germania molti ebrei erano ricchi’. Nulla di più sbagliato. Ce n’erano di ricchi. Ma in Polonia erano poverissimi. Nel ghetto di Venezia c’erano ancora prima della guerra, 800-900 ebrei su 1.200. Voglio dire. Io sono il primo della mia famiglia nato 100 metri fuori dal ghetto. Ma le assicuro che c’era una grande povertà” ha detto Riccardo Calimani.
Ebrei dunque vittime di una propaganda per il solo fatto di essere minoranza.
“Esatto. D’altra parte perchè il fascismo ha dovuto fare propaganda. Perchè non poteva dire ‘sono deboli e pochi’. Doveva dire ‘sono tanti e potenti’. Propaganda che deve dare al nemico una forza. Mussolini ebbe poi un’amante ebrea veneziana. E quindi sapeva bene com’era la realtà dei fatti.”
Si dice poi che buona parte dell’esercito italiano abbia lavorato sottobanco per aiutare gli ebrei. Va riconosciuto anche questo.
“Ci furono quelli che rischiarono la vita per aiutarli, e ci furono quelli che li tradirono.”
Gli italiani non erano così farciti ed indottrinati come in Germania. Io l’ascolterei per ore, ma dobbiamo fermarci qui. “Come foglie al vento”, Mondadori, Riccardo Calimani. La sua intervista mi sembra la più bella per ricordare la Shoah. Grazie.
Un Commento