Maria Stella Donà intervista Riccardo Seccarello, responsabile della comunicazione di Veritas. Dopo l’ambientalista Mattia Donadel (guarda l’intervista) si torna a parlare dell’ampliamento dell’inceneritore di Fusina, che sostituirà la centrale Enel in funzione oggi. Entro il 2023 la centrale Enel sarà infatti riconvertita all’utilizzo del gas al posto del carbone. Ciò permetterà anche di ridurre le emissioni.
Al suo posto, l’inceneritore di Fusina smaltirà la stessa quantità di rifiuto secco trattato (CSS), ovvero circa 60 mila tonnellate. Queste sono il risultato del trattamento di circa 152 500 tonnellate di rifiuto secco.
I dubbi degli ambientalisti
Negli ultimi cinque anni, nel territorio di Veritas, si è registrata una diminuzione della quantità di rifiuto secco del 9% a fronte di un aumento dell’8 della raccolta differenziata. La speranza è quella di poter aumentare anche del 10%, se non di più. I dubbi degli ambientalisti sorgono proprio da questo fatto. Si chiedono infatti, perché sia necessario investire coltre 90 milioni di euro in un inceneritore, se sarà possibile incrementare ulteriormente lo smaltimento del css. La risposta di Riccardo Seccarello è che rimarrà comunque un quantitativo di rifiuto secco che non sarà possibile smaltire, se non attraverso l’incenerimento.
Il nuovo progetto accoglierà anche rifiuto dall’esterno? La capacità complessiva degli impianti è di 47,8 megawat termici, e gli impianti sono dimensionati per 60 mila tonnellate di css. Non è possibile, dunque, inserire un quantitativo superiore. Tale capacità può però essere raggiunta tanto con l’utilizzo di “puro” css, quanto di css unito ad altri rifiuti. Queste due linee sono comunque state autorizzate dalla regione Veneto negli ultimi due anni e mezzo.
Le ragioni di Veritas
Veritas rimane comunque sempre disponibile a spiegare le proprie ragioni e andrà avanti secondo le direttive previste dalla regione. Si dichiara in ogni caso disponibile a fare a meno di una delle due linee, qualora la diminuzione di rifiuto secco continui ad essere positiva. Questo perché le linee in questione sono tare sulla produzione di rifiuti attuale.
Cosa ne sarà invece delle bollette? Come spiega Riccardo Seccarello, la ripercussione sulle bollette dovrebbe essere positiva. Questo perché recuperando energia dai rifiuti, i costi non dovrebbero aumentare, come rischiano di fare invece ora, in assenza di alternative per lo smaltimento.
Un Commento