L’uomo organizzava la consegna del contante, frutto di frodi fiscali, con corrieri in varie località d’Italia: Padova, Prato, Mantova, Milano, Chieti e Roma; nonché all’estero, in Slovenia e Germania.
Un’operazione in comune da 110 milioni di euro
Il sistema è composto da operatori cinesi che inviano soldi in madrepatria, frutto di evasione fiscale e dell’economia illegale cinese in Italia, e offre servizi speciali a clienti speciali. In questo caso il 38 enne di Vigonovo, lavorava per un’organizzazione composta da 16 persone: 3 vicentini, 9 bresciani, 2 cingalesi e 2 cinesi.
Dalle prime ore del mattino di oggi, sono in corso perquisizioni nelle abitazioni degli indagati, 8 sono in carcere e 5 ai domiciliari. L’indagine è della Guardia di Finanza di Vicenza, ma al blitz scattato oggi hanno partecipato anche il gruppo di Tessera con i cani “cash-dog” e un elicottero della stazione aerea.
Il sospetto che ha fatto iniziare le indagini
L’inchiesta è partita dal sospetto che un 51 enne di Arzignano facesse il corriere, ossia “lo spallone”. L’uomo affrontava diversi viaggi verso la Slovenia, si fermava un’ora e rientrava.
Secondo le ricostruzioni degli investigatori, i contanti trasportati dall’estero in Italia e viceversa, in appena un anno e mezzo, attraverso ben 556 viaggi, ammontano a circa 110 milioni di euro, provenienti da frodi fiscali realizzate da società dedite prevalentemente al commercio di materiali ferrosi. Sono stati sequestrati circa 1 milione e mezzo di euro, ritenuti l’ammontare delle provvigioni delle attività di riciclaggio.
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