All’ospedale di San Donà di Piave viene usato il rivolgimento manuale. La tecnica eseguita dal personale esperto ha permesso di “ruotare” il nascituro che era posto in posizione podalica.
Ospedale di San Donà
In questi giorni una giovane mamma residente nel sandonatese, affidatasi all’ospedale di San Donà di Piave per la nascita del primogenito, ha potuto evitare il parto cesareo grazie all’esperienza dei ginecologi. Una tecnica denominata “rivolgimento manuale”.
La giovane donna, B.B., 20 anni, in una delle visite ecografie precedenti il parto presentava infatti il nascituro rivolto con la testa verso l’alto e cioè in posizione podalica.
L’equipe di ostetricia, coordinata dal dottor Sacco, ha quindi deciso di sottoporre la futura mamma al rivolgimento manuale per cercare di far girare il feto in posizione cefalica e procedere al parto naturale.
La manovra
Grazie al rivolgimento manuale il feto si è girato con la testa verso il basso. Commenta soddisfatto il dottor Sacco: “Effettuata una manipolazione esterna dell’addome e ovviamente svolta in presenza di condizioni di gravidanza che lo consentono. Tale tecnica prevede che il ginecologo, in presenza del costante controllo ecografico, effettua una serie di pressioni spingendo delicatamente la testa del nascituro”.
In questo modo si favorisce la rotazione dello stesso nella posizione corretta. Il risultato dipende da vari fattori, tra cui l’esperienza del ginecologo nell’eseguire la procedura, che in questo caso è perfettamente riuscita e senza comportare alcun dolore alla neo mamma”.
La donna è stata poi monitorata con costanza nell’ ambulatorio. E’ nato un maschietto di 3,2 kg, in perfetta salute.