Roberto Marcato, assessore regionale di Lega Nord dello sviluppo economico e delle attività produttive, ci parla della situazione finanziaria della nostra regione, e dei rapporti con Roma
Sono molti, e sempre in aumento, gli imprenditori veneti che stanno ricominciando ad avere interessi nell’investire in Italia e nella nostra regione. Questo perchè, malgrado le agevolazioni fiscali e il basso costo della manodopera, i paesi dove si tende ad investire (Asia ed est Europa) non hanno le garanzie e le sicurezze, che l’Italia può offrire e che sono necessarie per la crescita di un’ azienda. Sta anche agli stati che ospitano le nostre imprese imporsi ed offrire la giusta sicurezza a chi investe nel loro paese, per garantire degli innesti produttivi che assicurino un guadagno ad entrambe le parti. Secondo il nostro intervistato, il motivo principale che spinge gli imprenditori italiani ad investire all’estero è il basso cuneo fiscale. Il cuneo fiscale non è altro che una percentuale, che rappresenta il rapporto tra quanto il datore di lavoro paga di imposte e quanto viene a costare complessivamente il lavoro. In sostanza quanto della spesa complessiva che ha un imprenditore per fare un lavoro è speso in tasse. Abbassare il cuneo fiscale porterebbe non solo ad un aumento della busta paga dei dipendenti, ma anche ad un risparmio per le imprese. La diminuzione del cuneo fiscale è stato il proposito di più di qualche politico negli ultimi anni, ma non sono mai stati fatti provvedimenti veri e propri. Una proposta del governo Renzi è quella di creare delle zone “no tax”, quindi esenti dal pagamento delle tasse. La proposta del primo ministro riguardava in origine solo le zone di Milano e Napoli, ma una richiesta del sindaco Brugnaro cerca di far includere anche la zona di Porto Marghera. L’area petrolchimica di Marghera è una delle più importanti d’Italia e d’Europa data la sua posizione nell’ Adriatico, che garantisce un trasporto marittimo con l’Oriente, la sua vicinanza ad uno degli aeroporti maggiori in Italia e allo snodo ferroviario di Venezia. Prima della “no tax zone” però, Porto marghera necessita di 200’000’000 di Euro per completare la bonifica dell’ area. I tempi per il completamento della bonifica sono di circa due anni, ma la regione non può muoversi autonomamente. Per l’accordo firmato tra Stato e Regione infatti, i fondi devono essere forniti dallo stato, che sopratutto nell’ ultimo periodo si è mostrato pronto ad intervenire per finanziare il rimanente 20% al completamento dell’ opera.