Aumentano i contagi nel Veneto e anche l’allarme al punto che la Svizzera definisce la nostra regione ad alto rischio di contagio. Il responsabile delle microbiologie del Veneto, Roberto Rigoli, parla di bassa contagiosità. Propone di considerare negativi chi è positivo con la soglia minima.
L’arrivo della stagione influenzale
Aumentano i contagi nel Veneto e anche le persone con una carica virale molto bassa. Per questo Roberto Rigoli, lancia una proposta dirompente: considerare negative le persone poco infette, altrimenti si rischiano inutili allarmi con ricadute sociali ed economiche devastanti.
I numeri cominciano già in queste ore a subire una variazione consistente. Ad esempio, nella notte sono stati registrati 397 contagi in più, con il record a Venezia di 115 contagi e seguito da Treviso con 86.
I numeri delle persone in isolamento cominciano ad essere importanti, quasi 11300. Anche se i ricoverati sono appena sette in più e un solo paziente in più nel reparto di terapia intensive. Una fotografia che contrasta l’allarme registrato in Svizzera, dove è introdotta la quarantena obbligatoria per chi torna dal Veneto, Liguria, Sardegna e Campania.
Il pensiero di Roberto Rigoli
Il ragionamento del direttor Rigoli è semplice. Se l’Istituto Superiore della Sanità alza la soglia sotto la quale inserire i negativi, è possibile ridurre gli isolamenti. Non solo, anche l’obbligo di sottoporsi al tampone. Si parla di persone con una carica virale talmente bassa che non contagia.
Il dottor Rigoli, secondo le ricerche condotte dalla sua equipe, ha fatto due conti. Con l’attuale carica virale registrata 200 delle attuali quarantene che hanno portato all’isolamento la persona risultata positivi i suoi famigliari e i suoi colleghi e amici verrebbero cancellate. Altrimenti si bloccano le famiglie, le loro attività e di conseguenza l’economia.