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Roma, a dicembre il verdetto sull’autonomia

La Consulta decide entro metà dicembre sulla legge per l’autonomia differenziata, un passo cruciale per le Regioni che richiedono maggiore autonomia, sostenuto da Veneto, Piemonte e Lombardia

Consulta, decisione sull’autonomia entro metà dicembre: il commento del Presidente Zaia.

Una svolta per la riforma regionale

Nelle prossime settimane, la Corte Costituzionale emetterà la sua decisione sulla costituzionalità della legge sull’Autonomia differenziata. La questione, sollevata dai ricorsi delle Regioni di centrosinistra, tra cui Puglia, Toscana, Sardegna e Campania, rappresenta un importante banco di prova per il processo di riforma che mira a garantire una maggiore autonomia alle Regioni italiane.

Domani, la Consulta inizierà le sue discussioni in camera di Consiglio, con l’obiettivo di depositare la sentenza entro la metà di dicembre, in concomitanza con la pronuncia della Cassazione sull’ammissibilità dei referendum abrogativi relativi alla legge stessa.

Questo appuntamento rappresenta un momento decisivo per il futuro dell’autonomia differenziata, che in diverse aree del Paese ha sollevato forti dibattiti, sia a favore sia contro.

L’intervento del Veneto

La Corte ha recentemente accolto gli interventi “ad opponendum” di Veneto, Piemonte e Lombardia, Regioni che si schierano in difesa della legge e rivendicano il diritto a maggiori spazi decisionali rispetto allo Stato centrale.

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha accolto con favore la decisione della Consulta di ammettere tali interventi, affermando che si tratta di un passaggio fondamentale per il riconoscimento dell’interesse del Veneto nella difesa della normativa.

“Con questa decisione,” ha dichiarato Zaia, “la Consulta ha riconosciuto il nostro diritto a rappresentare le ragioni del Veneto nel processo, a sostegno di una legge che potrebbe segnare un nuovo corso per il nostro Paese”.

L’autonomia come opportunità

Zaia ha precisato che l’impegno del Veneto non è da intendersi come una difesa del Governo centrale, che dispone dei propri strumenti per sostenere la legge, bensì come una tutela degli interessi della Regione e dei cittadini veneti.

“Se la legge venisse invalidata,” ha aggiunto, “i primi a essere penalizzati sarebbero proprio i veneti, che vedrebbero disattese le proprie aspettative di autonomia sancite dalla Costituzione”.

In conclusione, il presidente Zaia ha auspicato un confronto sereno e costruttivo che possa mettere in luce le opportunità offerte dall’applicazione della legge, senza entrare in una logica di scontro tra le Regioni.

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