Cultura e Spettacolo

Salone dell’Alto Artigianato Italiano: perle di vetro e merletti da tutelare

Il Salone aprirà ufficialmente i battenti giovedì 28 alla presenza del Ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati. Il rapporto tra storia e innovazione, tra passato e proiezione nel futuro, sarà uno dei temi della prima edizione della manifestazione

Conoscenza, abilità manuale e tutela delle tradizioni al Salone dell’Alto Artigianato Italiano. Il rapporto tra storia e innovazione, tra passato e proiezione nel futuro, sarà uno dei temi della prima edizione della manifestazione, ospitata all’Arsenale di Venezia dal 28 settembre al 1° ottobre.

Salone dell’Alto Artigianato Italiano

Il Salone aprirà ufficialmente i battenti giovedì 28 con il taglio del nastro fissato alle ore 11.30 alla presenza del Sindaco, Luigi Brugnaro, e del Ministro per le Riforme istituzionali e la Semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Tra le presenze eccellenti in Arsenale, che spaziano attraverso una grande varietà di materiali e di provenienze dalle diverse regioni italiane, spiccano la perla di vetro veneziana – una realtà che affonda le radici nel tessuto lagunare e che, grazie alla sua unicità e specificità, è riuscita ad imporsi all’attenzione internazionale –  e l’arte dei merletti di Burano, una tradizione plurisecolare che ebbe la sua massima espansione tra il 500 e il 700.

Il commento del presidente Damiano

“Sono orgogliosa che questa prima e prestigiosa edizione del Salone dell’Alto Artigianato ospiti le eccellenze artigianali che hanno contraddistinto la storia millenaria di Venezia – commenta Ermelinda Damiano, presidente del Consiglio Comunale di Venezia -. Ho fortemente voluto e promosso la partecipazione al Salone delle merlettaie di Burano e Pellestrina e del Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle Perle di Vetro Veneziane e la loro presenza in Arsenale è il giusto tributo alle tradizioni veneziane plurisecolari che sono espressione di un’artigianalità di altissimo livello, di saperi straordinari simboli della cultura e dell’identità della nostra Città e delle sue isole.

È la doverosa valorizzazione di due “saper fare” riguardanti lavorazioni artistiche e artigianali storicamente tramandate di generazione in generazione e tutt’oggi vissute come elemento di identificazione sociale. Un grande patrimonio di persone e amore per Venezia”.

Perle di vetro

L’arte delle perle di vetro è strettamente legata alla ricchezza delle conoscenze e alla padronanza di una materia, il vetro, e di un elemento, il fuoco. Quest’arte, che riunisce saperi condivisi e tecniche consolidate, rinvia a procedimenti e a strumenti artigianali particolari e include diverse fasi e modalità di lavorazione: attraverso le sue diverse lavorazioni – perle a “lume” (avvolgimento di vetro fuso alla fiamma intorno a un bastoncino di metallo), perle da “canna” (taglio e molatura di canne di vetro forate), infilatura di minuscole perline di vetro (dette conterie), realizzazione in fornace di canne di vetro.

Grazie all’impegno e alla caparbietà di un gruppo al femminile, riunito sotto il nome di Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle perle di Vetro Veneziane, la XV sessione del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del Patrimonio culturale intangibile dell’UNESCO ha ufficialmente inserito, nel 2020, l’arte delle perle di vetro nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità. La candidatura, proposta da Italia e Francia, con l’Italia capofila, è stata coordinata, durante l’intero percorso, dai Ministeri per la cultura dei rispettivi Paesi e appoggiata dal Comune di Venezia e dalla Regione del Veneto. Per la città di Venezia si tratta della prima iscrizione di un elemento immateriale nella lista UNESCO.

Dal 28 settembre al 1° ottobre, il Comitato per la salvaguardia della perle di vetro veneziane sarà quindi all’Arsenale, nella Tesa 92, per testimoniare e dare dimostrazione di quest’arte che ha oggi in mano uno strumento in più per farsi conoscere e per difendere la propria identità.

Merletto di Burano

Altra importante testimonianza è quella della “Fondazione Andriana Marcello, Centro del Merletto di Burano, Ente morale”, il cui obiettivo è salvaguardare l’arte mirabile del merletto e farne conoscere le diverse tipologie. Il centro studi trova sede all’interno del Museo del Merletto di Burano, dove sono custoditi prestigiosi manufatti trinati e dove alcune maestre merlettaie lavorano facendo vedere ai visitatori quale perizia, arte e tempo siano necessari per la realizzazione delle loro opere. Il ghipur, la rete, la smerlatura, partendo da una orditura semplice prestabilita fino ad arrivare al disegno: l’arte del merletto, sia esso ad ago che a fusello, richiede un’esperienza che oggi viene tramandata da poche mani esperte.

La presenza della Fondazione al Salone ha lo scopo, quindi, di mantenere vivo l’interesse intorno al merletto affinché anche le nuove generazioni possano avvicinarsi a questa antica arte che non racchiude solamente tecniche particolari, ma che è anche testimonianza tangibile di un’antica lavorazione che ha saputo superare i confini e resistere attraverso i secoli.

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