Gianluca Forcolin è stato intervistato da Luigi Gandi a 360 gradi sul Veneto futuro e su San Donà di Piave. Tutto il centro destra si presenta unito a sostegno del cambiamento per San Donà di Piave con un programma elettorale a favore di una diversa viabilità (un Put come a Treviso), un ripensamento delle zone pedonali del centro con diversi accessi.
Forcolin ha ricordato l’importanza di rendere San Donà di Piave più sicura, ha parlato dei rapporti positivi con la città metropolitana di Luigi Brugnaro e con la Regione Veneto di Luca Zaia. In questa parte dell’episodio Forcolin si concentra sui temi della formulazione di un piano strategico per il traffico e sul ponte che collega Musile di Piave con San Donà.
La formulazione di un piano strategico per il traffico
“Passiamo ad un tema strutturale, quello del traffico. Io sono del parere che una delle prime cose da fare nei 100 giorni con il sindaco Teso sia quella di affidare un incarico a un grande piano strategico del traffico, una sorta di grande Put come l’ha vissuto 25/30 anni fa Treviso e che ha previsto una sorta di grande ring per poter far lavorare e mitigare quelle che sono le esigenze di commercianti del centro e dei negozi.”
Forcolin ci spiega che queste sono state scelte impattanti e importanti, ma ogni trevisano riconosce l’importanza del Put, nello tesso modo i cui i veneziani sono consapevoli della necessità del Mose. “C’è bisogno di scelte strategiche, anche impopolari per il primo periodo. Io ho un’idea, poi ovviamente dipenderà dai tecnici che fanno il loro lavoro.
Le arterie che fanno un po’ il grande ring, Via Vittorio Veneto per i sandonatesi e Via Giorgione, da lì si dovrà entrare e quindi dare la possibilità di far lavorare il centro e le attività economiche salvaguardando anche il pendolarismo. Perchè noi ricordiamo che abbiamo anche le vie di uscita verso Noventa di Piave da una parte, il Portoguarese dall’altra e Musile di Piave con il ponte che è uno dei nodi.”
Il ponte della Vittoria
Il discorso quindi si sposta su Musile di Piave e sul fatto che non basti la presenza di un singolo ponte. “Abbiamo un’idea che ci serva quel terzo ponte urbano perchè San Donà e Musile sono collegate, ovviamente, da tutta una serie di sinergie, ma anche di lavoro e di scuole, servizi che sono fondamentali. Quel ponte non regge più, oggettivamente. Quindi c’è bisogno anche di intervenire.
Ecco perchè dico che uno dei temi importanti è quello del piano strategico del traffico. Non possiamo avere in centro isole pedonali dove funzionano, per fortuna, solo bar, enoteche, ristoranti. Abbiamo bisogno che la vita socio-economica lavori anche con tutti gli altri negozi.”
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