Storia, politica, cultura, arte si intrecciano continuamente in Piazza San Marco, da sempre cuore pulsante della vita della Serenissima. Con il suo tripudio di cupole, archi e sculture, anche la Basilica dedicata al santo protettore della città ha avuto una lunga e ricca vita sin dalla posa della prima pietra, nel lontano 832. E nell’ultimo anno e mezzo, le indagini archeologiche collegate ai lavori di salvaguardia della chiesa hanno permesso di aggiungere alla sua storia un altro importante tassello, grazie all’intercettazione di un antico cimitero risalente al Tre-Quattrocento. In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio e nell’ambito del ciclo d’incontri informali “Storie di Piazza San Marco”, al Museo Archeologico Nazionale di Venezia sono stati presentati i primissimi risultati degli scavi attorno alla Basilica di San Marco.
La trasformazione della Basilica di San Marco
Quelli del tardo Medioevo e primo Rinascimento furono secoli di intensa trasformazione e abbellimento per la Basilica di San Marco. Tra i tanti interventi, si rialzarono le cupole esistenti grazie all’utilizzo di tecniche di costruzione bizantine, si completò la decorazione a mosaici dorati dell’interno della chiesa, e si definì l’aspetto esteriore della facciata.
Con il sacco di Costantinopoli nel corso della Quarta Crociata, e in seguito grazie alle navi dei mercanti veneziani che arrivavano dall’Oriente, nella città lagunare giunsero colonne, fregi, marmi, sculture, ori che fornirono la chiesa di arredi di grande prestigio, contribuendo a darle l’aspetto odierno.
La riemersione del cimitero scomparso
A questa immagine sfarzosa manca tuttavia un elemento rilevante, non sopravvissuto al passare dei secoli se non nelle fonti storiche. Si tratta di un antico cimitero del Tre-Quattrocento, sviluppatosi ai lati della Basilica di San Marco, che sta pian piano riemergendo a seguito dei lavori di salvaguardia che hanno interessato il sottosuolo e le fondazioni della chiesa stessa. In passato non era affatto raro seppellire il corpo dei propri cari di fianco ad un edificio di culto, anzi, fino al crollo della Serenissima era la norma. Tuttavia, nel corso degli ultimi due o tre secoli, l’intera Piazza San Marco è stata oggetto di numerosi interventi che hanno reso più incerto il rinvenimento di antiche sepolture.
I lavori e i primi ritrovamenti
Già nel novembre del 2021, nei pressi della Piazzetta dei Leoncini, i lavori avevano intercettato però una prima fossa comune contenente ossa appartenenti a più individui. A seguire attentamente i lavori la dott.ssa Sara Bini, funzionaria archeologa della Soprintendenza, e la dott.ssa Maria Letizia Pulcini, funzionaria archeologa della Direzione Regionale Musei Veneto, le quali hanno ipotizzato che, nell’ambito della costruzione del condotto fognario a metà Ottocento, ci si imbatté negli strati più superficiali del cimitero della Basilica e, anche per una questione di rispetto, si decise di ricollocare questi resti accanto alle fondazioni stesse.
Tra la vera da pozzo della Piazzetta e il collettore fognario, all’inizio di questa primavera è stata però trovata anche una gamba, e da lì una serie di sepolture, una dietro l’altra e a più livelli, anche in giacitura primaria, ovvero indisturbate da quando la persona venne sepolta. Analogamente, gli scavi che hanno interessato il lato sud della Basilica, vicino ai pilastri acritani, hanno portato alla luce i resti di un’ulteriore parte del cimitero.
Le identità dei corpi ritrovati
Non si sa ancora con certezza chi fossero questi individui sepolti nei pressi di San Marco, ma le analisi preliminari compiute dagli antropologi, specializzati nello scavo con metodo stratigrafico e nello studio dei resti umani, hanno fatto emergere i primi indizi. Esaminando il profilo patologico si scopre, ad esempio, che le sepolture finora rinvenute sono prevalentemente di uomini anziani se rapportati all’epoca in cui sono vissuti, ovvero di un’età maggiore di 50 anni, anche se tra i ritrovamenti troviamo pure la mandibola di un bambino e i resti di alcuni adolescenti. Inoltre, lo stress delle ossa indica che non erano persone che svolgevano lavori molto faticosi, quindi si può ipotizzare che fossero personalità legate alla chiesa e alle funzioni religiose, oppure cittadini veneziani che avevano finanziato l’esecuzione di un affresco, il restauro o la costruzione di una cappella della Basilica.
Le indagini sveleranno i misteri
Tanti sono i misteri sul sottosuolo della Basilica di San Marco in attesa di essere svelati, ma le indagini archeologiche compiute fino ad oggi, e che continueranno nei prossimi mesi, promettono di fare luce su un lato inedito del “salotto più bello d’Italia”.
Leggi anche: Palazzo Mocenigo e la storia della moda a Venezia
Un Commento