I dirigenti delle Ulss venete e lo stesso Presidente di Regione, garantiscono che gli ospedali continuano a curare, effettuare interventi chirurgici ed eguagliare i livelli pre-covid; nonostante parte dei sanitari sia staccato straordinariamente sul fronte covid o si trovi a casa in quarantena; o sia sospeso perchè no-vax.
C’è da chiedersi come dev’essere lo stato d’animo in questo momento nei reparti tra i sanitari; anche se la risposta è già stata data in molte zone d’Italia. Anche nella regione infatti sono fuggiti al settore privato, hanno chiesto il pensionamento, o la sospensione.
“Le cure sono garantite”
Nel Veneto orientale però le cure ospedaliere secondo il DG Mauro Filippi, sono garantite.
“Ad oggi direi che le strutture hanno retto benissimo. Nonostante abbiamo centinaia di operatori impegnati sul covid. Un’attività che non è ovviamente quella istituzionale, ordinaria. E oltre 140 persone a casa perchè positivi anche se stanno bene. E un’ottantina di persone sospese perchè non si sono vaccinate. Nonostante questi numeri abbiamo un contingente di prestazioni che devono essere fissate. Nessuna di queste è una prestazione urgente; da erogare nei 30-90 giorni. Che corrispondono indicativamente a due giorni di attività.
Mediamente l’azienda si cura 2.700-3.000 prestazioni al giorno. Oltre 340.000 all’anno. Per cui le prestazioni che sono oggetto di recupero, sono all’incirca lo 0,5% del nostro volume prestazionale. Mentre per l’attività di ricovero, questa prosegue. Anzi, l’attività chirurgica, novembre 2021, è stato pari al novembre 2019.
I sanitari assenti
L’Ulss 3 veneziana, tra medici, infermieri e personale tecnico; conta assenze ancora più importanti. Sono 174 le figure sospese perchè non in regola con la vaccinazione, e 236 sono a casa perchè positivi al covid.
C’è però un lato positivo. Tra i no-vax non ci sono i pediatri; preziosi per somministrare i vaccini ai bambini.
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