Sempre più intessi i rapporti con l’Uruguay: presentato il padiglione

È stato presentato oggi il padiglione Uruguay della 17esima edizione della Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.

In concomitanza con la Biennale Architettura si infittiscono i legami che uniscono Venezia e l’Uruguay, uno dei pochi paesi sudamericani ad avere un padiglione alla Biennale di Venezia

Ospite speciale, per l’occasione, la nuova console generale dell’Uruguay a Milano, Veronica Crego: “È un onore per me essere qui oggi, appena giunta dall’Uruguay. Sono in Italia da una sola settimana e questo è il mio primo incarico. Sono felice di essere qui a Venezia in occasione di una mostra così importante. L’Uruguay è uno dei pochi paesi sudamericani ad avere un padiglione alla Biennale di Venezia. Sono onorata di poter accompagnare la delegazione nella presentazione del padiglione, e di partecipare a un’importante manifestazione che si tiene in un periodo particolare, segnato dal Covid. Vorrei sottolineare il lavoro del console Scarpa, fondamentale per la partecipazione dell’Uruguay alla Biennale. La domanda di quest’anno è come vivremo insieme in futuro e la risposta presenta difficoltà e dubbi. La proposta dell’Uruguay, tramite il padiglione, è originale e ha richiesto un grande impegno da parte dei curatori e di tutta la squadra”.

Le parole dei curatori

I curatori, gli architetti Federico Lagomarsino, e Federico Lapeyre e la psicologa Lourdes Silva hanno presentato il padiglione dell’Uruguay che si intitola “Próximamente. Visiones desde el territorio mínimo”.

“Abbiamo invitato più di 60 persone a riunirsi intorno a un tavolo, protagonista del padiglione, e a dialogare per esprimere le loro idee, sviluppando da diversi punti di vista il tema della Biennale e le riflessioni su questo momento particolare che stiamo vivendo. Nei 10 tavoli, per altrettanti argomenti e ognuno con il proprio curatore e una telecamera, sono emerse diverse visioni del mondo. Nel padiglione si vede quindi un trailer di tutte le registrazioni fatte al tavolo, in un video di 14 minuti che viene riproposto ciclicamente con una camera a 360 gradi. Si tratta quindi di 10 episodi dedicati ad argomenti comuni a tutti i Paesi, per pensare a un futuro globale. Ne abbiamo fatti 10 ma se ne potrebbero fare 100”.

Lagomarsino ha aggiunto: “A differenza di altri padiglioni che avevano già dei loro progetti e li hanno portati avanti adeguandoli alla Mostra, il nostro parte specificamente dalla domanda posta dalla Biennale e dal tema di questa edizione. Volevamo scatenare un dibattito”.

L’Uruguay e Venezia

Claudio Scarpa: “Sono entrato per visitarlo e ho apprezzato il fatto che ci si possa sedere: non si resta solo a guardare ma si diventa protagonisti. Uno dei temi che mi ha più colpito è quello dei diritti di alcuni lavoratori di questi tempi, nuove categorie professionali come i trasportatori di merci che sono aumentati molto in questa fase di pandemia. Si scopre che si tratta di nuove frontiere della povertà del lavoro”.

Il console Scarpa ha annunciato altri progetti sui quali il Consolato sta lavorando: “Tra Uruguay e l’Italia, e nello specifico Montevideo e Venezia, ci sarà a breve un nuovo legame. La convenzione che lega l’università Iuav alla facoltà Udelar di Montevideo sta per scadere e stiamo lavorando per rinnovarla ma soprattutto legarla al gruppo delle tecnologie del legno del professor Antonio Pantuso dell’Università veneziana. Vorremmo ampliare questo accordo, legando lo Iuav anche all’università Ort di Montevideo, con un accordo che unisca le due Università di architettura dell’Uruguay a quella di Venezia, che è tra le più prestigiose del mondo”.

Silvia Meggetto: “Dalla Biennale di Architettura ripartono i grandi eventi internazionali. Ho apprezzato molto l’idea dei curatori del padiglione Uruguay di inserire il tema del tavolo come luogo di incontro e di inizio, di ripartenza. E spero che questa sia l’occasione di una grande ripartenza per tutti noi”.

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