Il Fatto

Sergio Berlato: in Italia c’è un’ideologia sbagliata su caccia e pesca

Sergio Berlato sottolinea i motivi economici ed ecosistemici per cui è essenziale preservare le attività di caccia e pesca in Italia

Sergio Berlato sul grande mercato dalla pesca e della caccia: smantellare questi sistemi significherebbe togliere il pane a tante famiglie. In tutti i settori, dichiara, ci sono persone poco affidabili, ma non per questo bisogna penalizzare gli altri.

Luigi Gandi: “Onorevole Sergio Berlato, del gruppo Conservatori e Riformisti Europei. Sento tante lamentele dei cacciatori che dicono che la burocrazia sta diventando demenziale. Bisognerebbe snellire e dare più fiducia ai nostri cacciatori?”

Sergio Berlato sulle ideologie sbagliate italiane

Sergio Berlato: “Questo è l’effetto di un approccio ideologico sbagliato che si ha particolarmente in Italia, dove la caccia e la pesca vengono considerate attività negative, che mirano a distruggere il sistema più che a tutelarlo. Fortunatamente un po’ alla volta ci si sta rendendo conto che questa ideologia sta portando grandi danni all’ecosistema e all’economia. Ora c’è qualcuno che si sta ravvedendo.

Io sono il presidente di un’associazione culturale che si chiama “Associazione per le cultura rurale”. Questa mette insieme agricoltori, allevatori, pastori, cacciatori, pescatori, cercatori di funghi. La parte propositiva e non integralista del mondo ambientalista con la quale abbiamo un dialogo costante.

L’indispensabilità di queste attività

Cosa vogliamo fare noi attraverso quest’associazione? Far capire all’opinione pubblica e alle istituzioni l’indispensabilità di queste attività portatrici della cultura rurale per l’ecosistema e per la tutela dell’economia.

Chi più si schiera contro la caccia e la pesca meno conosce queste attività. Ho sentito sproloqui da parte di presunti ambientalisti che dicono cose insensate cu ciò che loro non conoscono. Il loro approccio culturale li porta a voler cancellare o abolire tutto ciò che loro non condividono.

Questo è demenziale, ci sono tante attività che io non condivido. Se queste, però, vengono esercitate nel rispetto della legge e della libertà altrui non vedo perché mi debba dar da fare per tentare di abolirle. Il problema è proprio l’approccio ideologico del furore animale ambientalista, che sta causando tutti questi problemi.

“La figura del cacciatore è ben esaminata”

Noi dobbiamo far capire che quel cacciatore che spesso viene dipinto come un soggetto pericoloso per sé stesso e per gli altri perché usa un’arma, per poterla usare deve costantemente dimostrare di avere la fedina penale perfettamente pulita, e il possesso dei requisiti psicofisici stabiliti per legge per poter detenere un’arma.

Il cacciatore deve avere una condotta ineccepibile e irreprensibile, altrimenti l’autorità competente non rilascia il nulla osta per il porto d’armi. Se un cacciatore ha un porto d’armi vuol dire che è una persona di condotta ineccepibile.

Dopodiché in tutte le categorie ci sono persone che rispettano le regole e persone che non lo fanno. Come gli automobilisti rispettosi delle regole della strada e i pirati della strada. Ma non perché ci sono i pirati della strada dobbiamo vietare agli automobilisti di circolare nel rispetto delle regole del codice stradale.

Sergio Berlato: “Non dobbiamo togliere il lavoro a più di 200.000 famiglie”

Non perchè ci sono bracconieri dobbiamo impedire a persone oneste, cittadini di serie A dalla fedina penale pulita il diritto di esercitare la loro passione dopo aver pagato delle ingentissime tasse governative e regionali, quote di accesso agli ambiti per i territori di caccia. E questi cittadini di serie A hanno il diritto, dopo aver dimostrato di essere apposto con i requisiti fisici, con lo stato, con l’erario, e di rappresentare un’importante elemento positivo dal punto di vista economico, perchè parliamo anche di produttori di abbigliamento, pellicceria cinofilia.

Ci sono tanti settori che ruotano intorno a queste attività. Solo la caccia dà da lavorare in Italia a più di 200.000 famiglie, la pesca ancora di più.

Quindi è giusto che lasciamo a casa queste famiglie senza reddito solo perché qualche integralista ambientalista ritiene che meriti più rispetto la vita di un uccellino rispetto a quella di un bambino? Noi crediamo di no”.

GUARDA ANCHE: Sergio Berlato: il problema del granchio blu e del cormorano

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