Sergio Berlato: nessuno vuole far scomparire una specie al posto di un’altra
Luigi Gandi: “Per non parlare, onorevole Berlato del gruppo conservatori e riformisti europei, delle emergenze. i cinghiali, i granchi blu, le lontre, i lupi. Queste sono vere e proprie emergenze che possono essere risolte dai cacciatori e dai pescatori”.
Sergio Berlato: “Esattamente. Nessuno di noi vuole far scomparire una specie al posto di un’altra, e nessuno di noi vuole far scomparire specie a vantaggio delle attività umane. Noi vogliamo garantire equilibrio e compatibilità.
Le nutrie che scavano le loro tane negli argini, l’eccessiva presenza di cormorani e cinghiali, sono tutte emergenze che vano affrontate con razionalità. Cioè sono tutte emergenze che vanno guidate da indizi di natura tecnico scientifica per riuscire a garantire questo equilibrio fondamentale.
La peste suina africana
Adesso noi abbiamo un’emergenza, un’epidemia molto grave che si chiama peste suina africana. Viene trasmessa attraverso sia i suini selvatici cioè i cinghiali, sia da quelli di allevamento che sono sia i suini che i maiali. Questa grave infezione di natura virale sta interessando alcune zone in Italia, dopo aver interessato a lungo alcune zone dell’estero. Quindi Liguria, Piemonte, Toscana, Campania, Calabria e Lazio.
Quindi come si può arginare l’eccessiva presenza di cinghiali che distruggono le colture agricole e rappresentano un pericolo per la viabilità? Sono pericolosi perchè se messi all’estremo poi aggrediscono anche l’uomo.
Possiamo affrontare questa problematica utilizzando quelle categorie che conoscono già il territorio e la fauna selvatica, e hanno gli strumenti adeguati per poter arginare questa grave minaccia che sta incombendo sulla nostra economia. Solo in Lombardia negli ultimi giorni sono stati abbattuti più di 33.000 maiali sani per circoscrivere un focolaio d’infezione portato dai cinghiali.
Allora se nella nostra Pianura Padana, dove ci sono tantissimi allevamenti di maiali, si presenta questa infezione le nostre norme igienico sanitarie impongono l’abbattimento di tutti i suini, anche se sono sani. Questo comporterebbe grandissimi danni per l’economia. Allora dobbiamo pensare a queste attività come strumenti di gestione che vengono attuate attraverso personale qualificato, appositamente formato, abilitato all’uso delle armi in modo tale da poter intervenire e poter garantire il contenimento dei cinghiali, in modo tale che non possano trasformarsi in continui vettori che trasportano queste patologie gravissime per l’ecosistema e dell’economia”.
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