Il conduttore Alfredo Aiello parla dei ridimensionamenti subiti dall’area del petrolchimico, sottolineando il passaggio della zona, nel corso degli anni, dalle mani del privato a quelle del pubblico, e viceversa. Chiede dunque all’ing. Sergio Lucchi se, in questo termini, l’ente ha risentito di conseguenze pratiche nello svolgimento delle sue mansioni
Sergio Lucchi, Presidente dell’ente Zona industriale di Porto Marghera
“No. Nel senso che, gli associati, cambiano magari proprietà, però sono rimasti soci dell’ente Zona. Tipico è il caso dell’Eni: prima era Montedison, poi Eni. Eni in un momento in cui era completamente statale, adesso è in borsa; però è al controllo dello Stato. Non ci sono state variazioni.
Voglio dire due cose sul petrolchimico, se mi permette, visto che io ho lavorato lì tanti anni fa. È pur vero, come ha detto il servizio, che molte lavorazioni del petrolchimico si sono chiuse, però dobbiamo vedere adesso il percorso che sta facendo con un po’ di ottimismo. È pur vero che il cracking chiude, ma ormai era un impianto che non aveva più un senso nella produzione dell’Eni.
Si va verso investimenti: un impianto di isopropilico, che è una lavorazione che in Italia manca. Possiamo definirla chimica verde, un po’ tirando, però chimica verde è, diciamo, la produzione di stirenici partendo da plastiche di riciclo. Un’altra produzione, parliamo di, l’un per l’altro, di 150/200 milioni di investimenti complessivi.
Ora, è importante vedere il petrolchimico come un’unica fabbrica, con Mantova e Ferrara. Lei sa che, il petrolchimico è collegato via tubo, pipelines. Abbiamo tre pipelines, se non ricordo male. Abbiamo un collegamento con Mantova e poi prosegue per Ferrara. Cosa passa in questi tubi? il propilene, l’etilene e gli aromatici. Il propilene e l’etilene vanno fino a Ferrara, prima si fermano anche a Mantova, e a Mantova poi arriva anche il benzolo.
Ora, è una cosa unica. Il petrolchimico, che prima produceva questi prodotti per darli, adesso li riceve. Li riceve perchè è dotato di una logistica adeguata, che verrà ulteriormente rafforzata. Quindi gli investimenti sono sulla logistica, perchè la fabbrica unica della padania: padania intesa in senso industriale, è consolidata. Quindi, io vedrei questi aspetti positivi: lavorazioni sostenibili, chiaramente non sono le grandi lavorazioni manifatturiere alle quali ci riferivamo prima.
Livelli di occupazione
– Il conduttore interviene chiedendo a che livelli si può assestare l’occupazione in quel posto –
Non posso darle un numero, rischio di dare un numero che può essere frainteso. Quello che posso dire, senza dare un numero, è che: l’Eni ha garantito che nessuno verrà lasciato a terra, come sul dirsi. Quindi, chi ha l’età e le caratteristiche per andare in pensione, andrà in pensione; chi potrà essere ricollocato nelle raffineria che farà nuovi impianti. Lo stesso ente Zona, in certi momenti, prende del personale dell’Eni, quindi: in termini numerici, però qualitativi e non quantitativi, il livello attuale di occupazione sarà garantito.
Centro di Ricerca Eni
– Il conduttore chiede del vecchio centro di ricerca dell’Eni –
Ne nascerà un altro. Questo glielo posso dire, nascerà un centro di competenza della manutenzione, per tutto il gruppo Eni, a livello nazionale. Nascerà qua a Marghera.
Ing. Sergio Lucchi illustra le parole di Eni
– Il conduttore chiede se, dal punto di vista dell’azienda che ha la proprietà, e che quindi decide le strategie, l’azienda a livello nazionale deve sempre considerare il gruppo nel suo insieme –
Eni ha detto: fermo il cracking, faccio un impianto di isopropilico. Proprio in questi giorni si sta discutendo con gli enti esterni, l’ARPAV in particolare, per le autorizzazioni, in particolare: per le lavorazioni di stirenici da plastiche; perchè, non è poi così semplice fare le cose in Italia no? Tu decidi di farle e poi, lei sa: la burocrazia, le autorizzazioni e quant’altro. Facciamo un centro di competenza della manutenzione e adeguiamo la logistica alla grande fabbrica della padania”.