Il conduttore Alfredo Aiello presenta la puntata introducendo il tema di evoluzione dell’ente Zona, passando dalla chiusura di alcune attività per poi arrivare ad una leggera rinascita. Chiede all’ing. Sergio Lucchi come, secondo lui, è stato questo processo.
Sergio Lucchi, Presidente dell’ente Zona industriale di Porto Marghera
“I processi di evoluzione dei grandi siti industriali, in Italia ce ne sono due: Porto Marghera e il Polo Siciliano (Siracusa, Augusta, Priolo), sono processi che passano diverse fasi:
- Prima fase: di necessità, di costruzione – in cui si accetta tutto, la priorità è il lavoro e il salario. Per Porto Marghera è durata dalla sua nascita fino alla fine degli anni ’60 più o meno
- Seconda fase: presa di coscienza – quando si soddisfano i bisogni primari (stipendio, salario, la macchina, lo star bene …) e quindi non si accettano più certi compromessi, che erano anche nel quadro legislativo scarso. Per cui, con la presa di coscienza da parte territorio, delle maestranze stesse, degli stakeholder, di tutti quelli che avevano a che fare con il sito industriale. Quindi, adesso stiamo parlando specificatamente di Porto Marghera. In questa fase c’è proprio la necessità di rivedere il modo di fare industria e questa fase qua si manifesta in quella che è la fase normativa
- Terza fase: normativa – mi riferisco: alla Legge Speciale per Venezia, che diede agli scarichi in particolare, alla salvaguardia. Il focus non è solo produrre, ma produrre bene, nel rispetto dell’ambiente.
Investimenti
– Il conduttore interviene chiedendo se questo aspetto formativo e questi vincoli legislativi possano rappresentare delle rigidità e quindi rendere complicati gli investimenti –
Certo, inizialmente. Nel momento iniziale, specialmente in quegli anni lì, in cui non eravamo abituati, come adesso, a questo modo di approcciare l’attività industriale, chiaramente rappresentarono un problema in quel momento. Ma non sono la causa delle chiusure. Hanno accompagnato le chiusure, nel senso che c’erano attività che non erano più compatibili con quel quadro normativo.
Vincoli legislativi
– Il conduttore interviene nuovamente esprimendo una sua opinione, ovvero se noi su un territorio imponiamo dei vincoli ambientali, industrie che vorrebbero investire magari decidono di andare a farlo altrove –
Questi vincoli non sono solo da noi, ormai sono dappertutto. Per cui queste industrie la soluzione non la possono trovare spostandosi o andando dove possono fare certe cose. Devono trovare delle strutture tecnologiche, che ci sono, per produrre nel rispetto dell’ambiente, della sicurezza e della salute dei lavoratori. È quello che a Porto Marghera è stato fatto.
Tutte le lavorazioni che poi sono rimaste negli anni, lei mi chiedeva qual era l’evoluzione, hanno vinto questa battaglia con questi aspetti. L’hanno vinta e questi problemi sono stati superati. Alla fase normativa, sulla quale ci siamo soffermati adesso, segue poi una fase collaborativa.
Altre fasi
- Quarta fase: collaborativa – cioè le aziende non sono più in contrapposizione, ma sono collaborative con la popolazione, con le istituzioni locali, si lavora assieme e questo porta a risolvere il problema
- Quinta fase: dello sviluppo sostenibile – ultima fase, quella dove siamo adesso.
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