Oggi abbiamo intervistato, in collegamento Skype, Simone Venturini, Assessore al turismo Comune di Venezia, riguardo la ripartenza del turismo ora che la regione Veneto è in zona gialla.
Le parole di Simone Venturini
“La zona gialla è arrivata in concomitanza del Carnevale, ma l’evento si sta svolgendo online ed è ovvio che non si possa avere lo stesso ritorno economico degli anni scorsi per le aziende locali. Le perdite in questo anno sono state tante ma c’è la voglia di ripartire con un evento così importante per Venezia. D’ora in poi vogliamo mostrare al mondo che Venezia c’è e che è pronta a ripartire”.
“Vogliamo stare vicini a tutte le persone nonostante questa pandemia, il Carnevale vuole fare questo: far sorridere da casa il pubblico di ogni età che ci ascolta e guarda. ”
La questione assembramenti
“Dopo un anno la voglia di uscire è tanta ma deve regnare il buon senso, perché non ha senso riaprire e poi ritornare in lockdown. Per i 1600 anni di Venezia abbiamo stilato un piano per gli assembramenti, perché l’evento durerà un anno. Con l’arrivo dell’estate speriamo di fare più eventi aperti al pubblico sperando che la forza del virus si attenui”.
“Venezia sarà fondamentale per il turismo di prossimità, intendendo turisti di Francia, Germania e Svizzera. La città si sta attrezzando con servizi e occasioni in sicurezza per ripopolarla. Volevo far notare che l’anno scorso la spiaggia del Lido è stata una delle prime spiagge ad attrezzarsi di norme anti covid. Siamo pronti ad un turismo più attento post covid”. Prosegue l’Assessore Simone Venturini.
La questione hotel a Venezia
“Sicuramente un abbassamento del prezzo per notte negli alberghi a Venezia favorirebbe le cose. Ma volevo sottolineare come i prezzi non sono così elevati se comparati con le altre città d’arte. Penso che la città abbia una vasta offerta che può accontentare qualsiasi tipo di cliente”.
“Anche perché ci sono aziende in grossa difficoltà, molti cercheranno capitali per non vedersi chiudere l’attività. Ma questi mezzi finanziari potrebbero arrivare da persone non raccomandabili, ecco perché il Comune vuole assistere questi proprietari nella fase di riapertura o ricerca di nuovi capitali volti a riaprire l’attività”.
“Ovviamente la ricetta perfetta sarebbero gli aiuti dallo Stato, che fino ad’ora sono arrivati ma in scarse quantità e ad intermittenza. Le città d’arte hanno un’economia molto profonda nel settore del turismo, ecco perché c’è una filiera molto allargata e bisogna soddisfare tutti. Servono ristori ma anche dialogo per capire come riaprire in sicurezza da ora”. Conclude Simone Venturini.