Vincenzo Marinese: situazione di paralisi produttiva

Commercio, ristorazione e fornitori tutta la filiera comincia ad entrare nel panico e non per il coronavirus, ma per la produzione che si sta fermando ad eccezione del settore sanitario.

La situazione industriale si presenta sempre più negativa. La curva dei contagi continua la salita, si prevede la presenza di 30mila persone in ospedale nel prossimo mese, di cui 5 mila in terapia intensiva. L’ordine dei medici chiede a gran voce la chiusura totale, data la mancanza di personale medico.  Ne parliamo con il presidente di Confindustria di Venezia Rovigo Vincenzo Marinese.

Il Gazzettino oggi pubblica il resoconto di Massimo Zanon, presidente della Confcommercio Veneto, il quale parla di dati disastrosi: 8 aziende su 10 sopportano a stento il mese di novembre. Commercianti ed esercenti dichiarano che dicembre chiuso non lo potrebbero sopportare.

Confindustria Venezia Rovigo, Vincenzo Marinese

Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia – Rovigo, ci riporta la situazione industriale attuale, questa si trova allo stesso punto in cui si trovava a marzo, quando si prevedeva una perdita del 12/13% del PIL. Ora alcune industrie stanno perdendo il 25% del fatturato.

L’industria sul versante del commercio e dell’artigianato si trova ad affrontare un periodo burrascoso. L’export è bloccato da tempo, e secondo i dati stiamo perdendo su 400 miliardi di saldo circa 50 miliardi. Non avendo la possibilità di movimento di personale, o di merci, e avendo di fatto chiuso un intero continente, per l’industria diventa quasi impossibile lavorare. Anche la filiera del turismo e dei ristoranti si trova bloccata, e così anche i consumi, che sono crollati.  Il PIL, come ci dice la CGA, è sceso alla condizione che aveva 22 due anni fa dovuto alla crisi economica. A questo si aggiunge l’ammontare dei debiti contratti durante il 2020.

Nuove aziende

L’apertura di nuove aziende si presenta come un grido di allarme, poiché possono essere, come dice la guardia di finanza, collegate alla criminalità organizzata, che si approfitta della situazione di crisi.

Lockdown

La soluzione è una sola: rispettare i vincoli e le limitazioni imposti dal governo. I singoli cittadini si devono rendere conto che è proprio per i loro spostamenti e per la loro voglia di incontrarsi, che mettono a rischio la salute di tutti, e di conseguenza stanno portando al rischio di un nuovo lockdown. Una nuova chiusura vorrebbe dire indebitarsi ulteriormente, il che metterebbe l’economia in ginocchio per generazioni.  La popolazione deve sviluppare un sentimento coscienzioso della situazione pandemica e il governo deve adottare un piano di controlli serrati, altrimenti le conseguenze saranno veramente disastrose.

Il vicepresidente conclude con un accorato invito a rispettare le regole, per il bene di noi stessi, dei nostri famigliari, e per l’intero paese.

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