Contrariamente a quanto detto prima di Natale le scuole non hanno riaperto il 7 gennaio a fronte di un peggioramento nei contagi. Continuano inoltre le polemiche per i trasporti pubblici legate al rischio di assembramento non controllato. Ne parliamo con Monica Guaraldo vicepresidente provinciale Anp dirigenti scolastici di Venezia.
Le dichiarazioni di Monica Guaraldo
“Un po’ tutti ci aspettavamo di ripartire, il clima che si avverte è di rassegnazione e demotivazione. Gli studenti sono un po’ demotivati e gli insegnanti fanno fatica a stare dietro ai ragazzi e a motivarli rispetto alla didattica in presenza. La scuola è relazione ed è quello che più manca in questo momento.
La didattica a distanza è uno strumento che in questo momento siamo costretti a utilizzare perché è l’unico modo che abbiamo per insegnare. Non si rispecchia però con la didattica tradizionale fondata sulla trasmissione di contenuti faccia a faccia e sulla relazione. La scuola nonostante tutto si è attivata per trovare delle modalità di insegnamento interessanti andando incontro comunque a diverse difficoltà”.
Gli aspetti positivi della didattica a distanza
“La didattica a distanza entrerà comunque a far parte della nostra quotidianità, nel caso ad esempio in cui i ragazzi sono costretti a rimanere a casa e non poter andare a scuola. . Sarà però una forma integrativa e non del tutto sostitutiva delle forme di insegnamento tradizionali.
All’inizio della pandemia ci sono inoltre stati dei problemi per quanto riguarda le dotazioni tecnologiche necessarie ma successivamente grazie a dei fondi ministeriali ci è stato permesso di acquistare delle strumentazioni da donare agli studenti in comodato d’uso. Adesso la problematica che rimane tra le famiglie è l’assenza di connessione che impedisce ad alcuni studenti di fruire delle lezioni in modo continuo”. Spiega Monica Guaraldo.
Le proposte dei dirigenti scolastici
“Io penso che sarebbe stato meglio garantire un 25-30% di frequenza con continuità dall’inizio dell’anno. Volare un po’ più basso nella fase iniziale piuttosto che puntare ad una scuola in presenza al 100%. Questo avrebbe permesso agli studenti di tenere un legame relazionale con la realtà scolastica.
Per quanto riguarda i mezzi di trasporto gli studenti, pur di venire a scuola, sarebbero disposti a seguire attentamente le regole del distanziamento sociale nei trasporti pubblici. Forse ci siamo però mossi un po’ tardi per sistemare la questione dei trasporti però a luglio non eravamo in grado di prevedere, per settembre, quale sarebbe potuta essere la situazione del contagio. Sono stati fatti comunque numerosi sforzi per permettere ingressi differenziati e scaglionati e adesso siamo arrivati ad avere una situazione abbastanza chiara sul fronte dei trasporti.
Un problema legato a Venezia è l’impossibilità di raggiungere le scuole in autonomia da parte di studenti e personale che non viene dalla terra ferma”.
I banchi a rotelle
“Ogni dirigente ha scelto se acquistare i banchi a rotelle, sono arrivati, anche se non proprio all’inizio del periodo scolastico. Io personalmente avevo deciso di non richiederli perché non li ritengo funzionali. Il problema che è stato riscontrato è che sono stati spesi molti fondi durante il periodo estivo per sistemare la rete e acquistare i computer per i ragazzi ma adesso non può essere fornito il servizio perché non è possibile svolgere la didattica in presenza”. Conclude la vicepresidente provinciale Anp dirigenti scolastici di Venezia, Monica Guaraldo.